Lutto doloroso per Umberto Smaila

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Lutto doloroso per Umberto Smaila
 
Il mio pensiero affettuoso va, oggi, al caro amico Umberto Smaila che, mercoledì ha perso “il faro della sua vita” come ama dire della sua adorata mamma. 

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«Sono certo che lei continuerà a proteggerti dal cielo, amico mio», gli ho scritto e lui: «sarebbe veramente bello, caro amico mio».
 
Un legame forte, speciale, fra madre l’unico figlio Umberto. 
 
Lei, Giuseppina “Mary” Nacinovich, fiumana di nascita, ha fatto la maestra per oltre 40 anni con dedizione e professionalità. 
 
È morta a Verona e i funerali sono stati celebrati ieri nella chiesa di Santa Maria Regina. 
 
Mary, aveva festeggiato da poco (17 marzo 2021) i suoi 95 anni ed era una testimone della tragedia delle foibe e dell’esodo Giuliano-Dalmata. 
 
La famiglia Nacinovich, a Fiume, aveva una trattoria e una tradizione di commercio. 
 
Nel 1948, a 22 anni, assieme al marito Guerrino, fu costretta a lasciare Fiume (la loro casa era stata occupata dai titini) salendo su un treno merci, ma dopo avere completato l’anno scolastico (faceva la maestra elementare).
 
La prima tappa fu Pordenone (ospiti da una delle due sorelle del marito che, poi partirono una per il Canada e l’altra per l’Australia. Le due sorelle di Mary, invece, andarono una in Africa e l’altra a Firenze).
 
«Il mio cuore è a Fiume, – diceva sempre Mary, – dove sono nata, ma la mia città è Verona. Il cuore mi batte quando penso a Fiume, a quel bel Golfo, alle isole. È un tormento. Tante persone non sanno la verità. Avevamo lasciato il comunismo e per questo ci dicevano che eravamo fascisti. La mia famiglia non lo era. Eravamo commercianti e il regime ci aveva requisito tutto. La nostra fu più di una diaspora».
 
 


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