Gangi colpita al cuore: le fiamme hanno distrutto la campagna madonita FOTO e VIDEO

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La zona di fuoco
Le fiamme, partite dalla zona di contrada Prato hanno raggiunto ieri pomeriggio la chiesa di San Biagio, per poi risalire velocemente – a causa del vento di scirocco che sta imperversando da giorni sulla Sicilia – il versante nord-est di monte Marone. Il fumo che ha avvolto l’intera zona ha raggiunto viale delle Rimembranze e poi l’area in prossimità dell’acquedotto e del castello dei Ventimiglia. Da contrada Prato a Nocita, contrada Cavaliere e diverse altre località in zona monte Dedero sono state colpite duramente anche la zona di contrada Portelle e di Rainò. Colpita la zona nord nord-est del comune di Gangi.
 
Danni alle aziende
Ad essere maggiormente colpite sono state le aziende agricole che hanno subito ingenti danni. Il fronte di fuoco ha colpito il raccolto, decine gli edifici andati in fumo, tra abitazioni, stalle e magazzini. Perduta l’intera produzione cerealicola.
 
Il sindaco in prima linea
Il primo cittadino Francesco Migliazzo da ieri è in prima linea per dare aiuto a tutti coloro che sono stati interessati dalle fiamme. «Oggi il nostro territorio è stato colpito al cuore – afferma il sindaco Migliazzo -. Ringraziamo i Vigili del fuoco, la Protezione civile, il Corpo forestale e tutti gli uomini che si sono impegnati per domare le fiamme. Siamo vicini a tutti gli agricoltori, a chi ha perso tutto e a chi dovrà rialzarsi. Come comunità ci rialzeremo, più forti di prima»
 
Annullata la Sagra della Spiga
«Con grande dolore abbiamo deciso di annullare tutte le iniziative in programma per la 57^ Sagra della Spiga», ad annunciarlo è il presidente della Pro Loco Mario Puglisi che precisa. «La nostra comunità gangitana è stata colpita al cuore. Il devastante incendio ha messo in ginocchio gran parte delle nostre campagne. Siamo al fianco dei nostri agricoltori ed allevatori che da sempre incarnano il significato più profondo della Sagra della Spiga. Come associazione – conclude Puglisi – faremo di tutto per fare sentire la nostra vicinanza a tutti i nostri concittadini colpiti da questa catastrofe, ma inquietante questo momento non ce la sentiamo di festeggiare. Oggi Gangi è in ginocchio ed il cuore di tutti noi è nero come tutto ciò che ci circonda. Ma, come sempre abbiamo fatto, ci rialzeremo. Nei nostri campi tornerà a biondeggiare la spiga».
 
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Lettera aperta dei parroci: “La cattiveria umana non conosce limiti: loro non possono definirsi cristiani”
Don Giuseppe Amato e Don Saverio Martina hanno scritto una lunga lettera contro chi ha distrutto il territorio. «La cattiveria umana non conosce limiti. Ci associamo al grido di dolore e di disperazione di tanti nostri concittadini che in questo pomeriggio hanno visto distruggere dalle fiamme dell’incendio il frutto di tanta fatica e di tanto lavoro. Un colpo inflitto ancora una volta alla Creazione e alla Natura in maniera premeditata, sfruttando il favore delle giornate eccessivamente calde e lo spirare di venti sostenuti! Ci chiediamo: chi e perché può gioire di fronte a così grande sofferenza, dolore e a tanta distruzione? Saremmo, ancor più, meravigliati se questi criminali senza un minimo di pentimento si facessero chiamare ancora cristiani o se prendessero parte a qualsiasi forma di manifestazione di fede, fosse pure una semplice processione. Con quale animo si può lodare Dio e i suoi Santi e poi distruggere quanto di bello e di buono ha creato? Con quale animo ci si può accostare alla Comunione Sacramentale? Come ci si potrebbe dichiarare devoti dello Spirito Santo e poi distruggere lo stesso Spirito che abita in tutta la Creazione, che la vivifica e la rende sempre più riflesso della bellezza di Dio? Di fronte a tale ipocrisia possiamo solo sperare nel giudizio di Dio, un giudizio a cui prima o poi tutti dovremo sottoporci e che ci interpellerà se siamo stati buoni custodi di quanto Egli ha messo nelle nostre mani.
Siamo vicini alle Istituzioni civili e alle Forze dell’Ordine che oggi pomeriggio hanno coordinato i lavori di soccorso, ai Vigili del Fuoco, alla Protezione Civile, ai lavoratori forestali e ai tanti volontari che si sono fatti prossimi di amici, vicini, di casa, conoscenti per dare una mano e mettere al sicuro il salvabile. Estendiamo, inoltre la nostra solidarietà alle Comunità limitrofe di San Mauro Castelverde, Geraci Siculo e Castel di Lucio
Confidiamo che un giorno la Giustizia possa fare il suo corso e che i responsabili vengano adeguatamente puniti e possano risarcire il territorio dei danni causati. Alle Istituzioni Regionali e Nazionali chiediamo di sostenere con adeguati incentivi le Aziende che già provate dalla crisi causata dalla pandemia, vivevano situazioni di notevole sofferenza e che, per gli incendi, potrebbero definitivamente chiudere con un danno economico e sociale a territorio non indifferente.

Al Signore e ai suoi Santi chiediamo la forza e il sostegno della fede per poter guardare al futuro con occhi di speranza, certi che anche nella prova non siamo mai soli, ma che è il suo Spirito che ci aiuterà a risorgere dalle ceneri e darà vita nuova alle nostre ossa inaridite».
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