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Per tali fatti la Procura della Repubblica di Palermo aveva chiesto il rinvio a giudizio per i due medici della Casa di Cure Orestano, i dott.ri Sapienza Salvatore e Micale Luciano.
Durante l’anzidetto intervento, la signora Mantegna sarebbe deceduta per “shock ipovolemico secondario a versamento di sangue nella cavità peritoneale e retroperitoneale conseguente a perforazione vasale in seguito all’applicazione di artroprotesi”.
Durante le indagini preliminari è stata disposta l’autopsia che avrebbe confermato una gravissima perdita ematica, provocata dall’infissione della vite transacetabolare antero-superiore, che sarebbe inesorabilmente progredita, sino a causare il decesso della signora Mantegna.
I consulenti medico legali nominati dalla Procura, hanno ritenuto sussistenti profili di responsabilità in capo ai due chirurghi, che anziché prevenire la complicanza vascolare, inserirono la vite in un quadrante a rischio di emorragia.
All’udienza celebratasi dinanzi il Gup di Palermo, i figli ed il marito della signora Mantegna si erano costituiti parti civili, difesi dall’avvocato Francesco Paolo Sanfilippo e dall’avvocato Giovanni Di Benedetto. Nelle more è però intervenuto il risarcimento dei danni in favore dei predetti familiari.
I medici, dal canto loro, hanno sempre respinto ogni accusa.
Il processo penale però continuerà nei confronti dei predetti due medici che cercheranno di dimostrare la loro innocenza.
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