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Signor Giuca in questo periodo, come ogni anno, si tiene l’evento della Targa Florio: quest’anno la gara è sponsorizzata dal marchio DR, è stata una sua idea o le è stato chiesto?
“Questo è un coinvolgimento che abbiamo voluto per i concessionari della Sicilia che gradivano tutti questa iniziativa; il presidente Di Risio ha deciso di aderire a questa iniziativa mettendo a disposizione 12 autovetture per tutto il personale della direzione corsa e per i cronometristi, tra le quali abbiamo la vettura zero e la zero zero”.
Attualmente a Termini Imerese vi è un concessionario DR, dove troviamo automobili sia con il marchio DR ma anche vetture con il marchio EVO, ci può spiegare quali sono le differenze?
“Il marchio EVO, senza rinunciare alla qualità rispetto al marchio DR, presenta una gamma di vetture più popolari, mentre il marchio DR è riservato ad un utenza con maggiori capacità di esperienza”.
Lei come identifica il compratore medio?
“Il compratore medio è un utente che vuole delle vetture complete con le quali non si rinuncia a nulla in termini di confort e di qualità senza spendere cifre elevatissime; in più è un cliente attento perché facendo dei confronti si rende conto che rispetto ad altri marchi che hanno dei blasoni più importanti ottiene delle prestazioni molto simili e degli equipaggiamenti completi spendendo di meno”.
La sponsorizzazione della Targa Florio ha avuto una campagna pubblicitaria diversa dagli altri anni ?
“Per noi è la prima partecipazione, diciamo che per noi è stato tutto affidato alle forze locali, è stato un impegno notevole dal punto di vista logistico e finanziario”.
A Termini Imerese, come abbiamo già detto, vi è un concessionario DR che vende molti modelli. Come mai a Termini Imerese si vendono le autovetture DR ma non c’è una fabbrica che le produce?
“La fabbrica che avrebbe dovuto produrre le autovetture DR doveva nascere a Termini Imerese sulle ceneri di quello che era l’impianto Fiat. Questa domanda non dovrebbe essere fatta a me, ma per avere una risposta significativa, se fossero in condizioni di darla con estrema sincerità, bisognerebbe rivolgersi alle forze politiche del tempo”.
Se la politica attuale dovesse cambiare passo pensa sia possibile avere un futuro coinvolgimento da parte della DR per lo stabilimento di Termini Imerese?
“Non è una risposta che mi compete, questa è una richiesta che andrebbe fatta alla direzione della DR; io posso dirle soltanto a livello di sensazione personale che una cosa del genere sarebbe estremamente improbabile”.
Lei in passato cosa produceva?
“Io in passato producevo autocarri ad uso specifico, utilizzati soprattutto per rifiuti urbani, in virtù di una portata elevata e dimensioni ridotte”.
Oggi su quello stabilimento che attualmente è occupato dalla Blutec, questi autocarri potrebbero essere prodotti con dei pianali intercambiabili o modificabili per essere resi utilizzabile per qualsiasi altro scopo?
“Certo! Ma sono numeri piccoli, perché il mercato è una nicchia di mercato, una nicchia limitata, a parte il fatto che mentre noi attendiamo e giochiamo, c’è chi è già entrato in questo mercato”.
Quindi, potrebbe coinvolgere i lavoratori dell’indotto che ad oggi hanno perso ogni speranza di ritornare a lavorare?
“Si stiamo parlando di una forza lavoro composta da circa 300 persone. Avrebbero potuto essere occupati, perche saremmo dovuti partire almeno tre anni fa, oggi diventa difficile perchè il mercato è monopolizzato da un veicolo di produzione estera, mentre noi avremmo dovuto utilizzare tutti componenti italiani”
Quindi e giusto affermare che si è perso tanto tempo a causa della lentezza della politica e del non voler risolvere il problema?
“Io direi del disinteresse politico”.
In passato lei ha mostrato interesse per lo stabilimento di Termini Imerese, cos’è andato storto?
“Io personalmente alcuni anni fa in qualità di costruttore di autoveicoli, avevo chiesto un incontro tramite la Segreteria della Presidenza per avere un incontro con il Presidente della Regione, non ho mai ricevuto nessuna risposta. In seguito, tramite l’onorevole Cancelleri a cui avevo presentato questo piano, avevo chiesto di portarlo all’attenzione della Presidenza della Regione, ma praticamente mi fu riferito, perché non mi costa personalmente, che il segretario Landini aveva dichiarato che assolutamente a Termini Imerese si sarebbero potute produrre solamente autovetture. Il nostro piano, ovviamente non ero solo, c’erano persone che erano con me e che non nomino e non vogliono essere nominate per motivi di privacy e anche perché l’interesse è venuto meno da troppo tempo, avremmo dovuto produrre degli autocarri effettuando una specie di economia circolare in quanto nell’area dello stabilimento e in quelli limitrofi si doveva produrre Biometano che avrebbe generato sia energia elettrica che sarebbe stata utilizzata per movimentare i nostri carri per il riciclo dei rifiuti. Inoltre la presenza di un raccordo ferroviario, avrebbe consentito di portare molti rifiuti da tutte le zone collegate con la ferrovia eliminando i tanti autocarri che trasportano i rifiuti su strada e portarli direttamente nell’impianto di trattamento”.
Può affermare che c’è stato un coinvolgimento di una parte sindacale che si chiama Fiom-Cgil che ha ostacolato in qualche modo questo suo progetto?
“Così mi è stato riferito, perché non mi costa personalmente, che l’allora segretario Landini voleva che a Termini Imerese si producessero solo autovetture. Ma è una notizia appunto riferita da altri”.
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