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La vicenda risale al novembre 2011, in cui aveva perso la vita un operaio dell’Amap, il quale durante i lavori di riparazione di una perdita sulla condotta idrica denominata “Nuova Scillato”, posta vicino Sciara, è stato colpito al volto ed al torace da un getto d’acqua a forte pressione, proiettandolo a 25 metri di distanza.
Nel corso del dibattimento in primo grado sono state espletate tutta una serie di perizie tecniche volte a verificare la dinamica dell’accaduto ed eventuali profili di responsabilità.
Il Tribunale di Termini Imerese assolse tutti gli imputati, Vincenzo Cannatella, Margherita Tomasello, Sergio Volpe, Giovanni Puleri, Antonio Crisanti, Giuseppe Arcuri, Giovanni Tuvè, Leoluca Liggio, Mariano Capizzi, affermando che l’evento non fosse prevedibile e che nessuna norma in materia di infortuni sui luoghi di lavoro fosse stata violata.
Avverso tale sentenza la Procura della Repubblica di Termini Imerese ha proposto appello, chiedendo la rinnovazione istruttoria di alcune prove. Alla fine del dibattimento di secondo grado la Corte d’Appello ha assolto tutti gli imputati, difesi dagli avvocati Francesco Paolo Sanfilippo, Enrico Sorgi, Vincenzo Lo Re, Valerio Anastasio, Francesco Bertorotta, Luigi Carta, Luigi Mattei, Mario e Fabrizio Bellavista, Vita Campanella e Alessandro Savoca, confermando così la sentenza di primo grado.
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