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La preoccupazione di sottoporsi a una vaccinazione in gravidanza e allattamento, in assenza di dati di sicurezza ed efficacia dei vaccini contro Covid-19 per questo target di popolazione, è oggetto di dibattito a livello nazionale e internazionale. Le indicazioni dei diversi Paesi prevedono l’offerta vaccinale per queste donne subordinata a una valutazione individuale del profilo rischio/beneficio, facilitata da un colloquio informativo con i professionisti sanitari.
Ne abbiamo parlato con il dottore Giuseppe Canzone, primario di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale “Salvatore Cimino” di Termini Imerese: «Sul tema si sta discutendo tanto e bisogna tranquillizzare le donne in gravidanza e quelle che allattano: nessun allarmismo perchè la vaccinazione è giudicata compatibile con l’allattamento. Il non vaccinarsi, invece, potrebbe essere considerato un danno e non un beneficio. Nello specifico – spiega il dottore Canzone – le donne sono poste di fronte alla scelta fra continuare ad allattare o posticipare la vaccinazione. Nonostante non siano disponibili dati per valutare gli effetti dei vaccini Covid-19 in gravidanza e allattamento, la vaccinazione non è controindicata. Le donne ad alto rischio di contrarre la malattia in forma grave dovrebbero discutere i potenziali benefici e rischi della vaccinazione con i professionisti sanitari che le assistono».
Il caso in questione è stato studiato e poi pubblicato sul documento ad interim su “Vaccinazione contro il COVID19 in gravidanza e allattamento” elaborato dall’Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS) dell’Istituto Superiore di Sanità, condiviso e sottoscritto dalle principali società scientifiche del settore (SIGO, AOGOI, AGUI, AGITE, FNOPO, SIMP, SIN, SIP, ACP e SIAARTI).
Tra i firmatari della bozza del documento intersocietario c’è anche il dottore Canzone.
Il documento che è stato pubblicato ufficialmente l’8 gennaio 2021, redatto dall’Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e condiviso e sottoscritto dalle principali società scientifiche del settore (la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, SIGO, l’Associazione degli Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani, AOGOI, l’Associazione Ginecologi Universitari Italiani, AGUI, l’Associazione Ginecologi Territoriali, AGITE, la Federazione Nazionale Collegi Ostetriche, FNOPO, la Società Italiana di Neonatologia, SIN, la Società Italiana di Medicina Perinatale, SIMP ,la Società Italiana di Pediatria, SIP, l’Associazione Culturale Pediatri, ACP, la Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva, SIAARTI), passa in rassegna le indicazioni ad interim, assunte a livello internazionale e nazionale oltre alle evidenze scientifiche emerse fino a questo momento sul tema.
Tra le indicazioni ad interim italiane relative al vaccino Pfizer-BioNtech mRNA (Comirnaty) e il vaccino Moderna in gravidanza e allattamento vengono analizzate: la sicurezza del vaccino per madri e neonati; i rischi potenziali della malattia da COVID-19 nella madre, inclusi i possibili effetti sul feto/neonato; il rischio individuale di contrarre l’infezione in considerazione delle possibili comorbidità; il livello di attività della pandemia nella comunità di riferimento e sul posto di lavoro della donna.
Di seguito le indicazioni ad interim all’8 gennaio 2021:
le donne in gravidanza e allattamento non sono state incluse nei trial di valutazione dei vaccini Pfizer-BioNtech mRNA (Comirnaty) e Moderna per cui non disponiamo di dati di sicurezza ed efficacia relativi a queste persone
- gli studi condotti finora non hanno evidenziato né suggerito meccanismi biologici che possano associare i vaccini a mRNA ad effetti avversi in gravidanza e le evidenze di laboratorio su animali suggeriscono l’assenza di rischio da vaccinazione
- al momento le donne in gravidanza e allattamento non sono un target prioritario dell’offerta di vaccinazione contro il COVID-19 che, ad oggi, non è raccomandata di routine per queste persone
- dai dati dello studio ItOSS – relativi alla prima ondata pandemica in Italia – emerge che le donne in gravidanza non presentano un rischio aumentato di infezione rispetto alla popolazione generale. Le comorbidità pregresse (ipertensione, obesità) e la cittadinanza non italiana sono significativamente associate a un maggior rischio di complicanze gravi da COVID-19 che, complessivamente, riguardano una minoranza di madri e neonati
- la vaccinazione dovrebbe essere presa in considerazione per le donne in gravidanza che sono ad alto rischio di complicazioni gravi da COVID19. Le donne in queste condizioni devono valutare, con i sanitari che le assistono, i potenziali benefici e rischi e la scelta deve essere fatta caso per caso
- se una donna vaccinata scopre di essere in gravidanza subito dopo la vaccinazione, non c’è evidenza in favore dell’interruzione della gravidanza
- se una donna scopre di essere in gravidanza tra la prima e la seconda dose del vaccino può rimandare la seconda dose dopo la conclusione della gravidanza, eccezion fatta per i soggetti ad altro rischio
- le donne che allattano possono essere incluse nell’offerta vaccinale senza necessità di interrompere l’allattamento.
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