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«I danni che stanno causando sono in calcolabili, oggi aziende che hanno seminato decine e decine di ettari di terra si ritrovano con danni di migliaia di euro per causa di invasione di daini e cinghiali. Per seminare un ettaro di terra ci vogliono circa 500 euro nella speranza di raccogliere intorno a 1.000 euro a ettaro con la produzione di grano e paglia, invece con la presenza di questa fauna selvatica ( importati dalla regione siciliana azienda forestale)non è più possibile raccogliere quanto previsto.
Fino ad ora si sperava nel risarcimento danni attraverso l’Ente Parco, ma anche questo risulta dicono di non avere fondi.
Non sarebbe giusto pagare l’intero danno e nel medesimo tempo aprire la caccia in modo da contenere questa invasione? Ad oggi l’imprenditore agricolo non vuole soldi, né dallo Stato né tanto meno dalla Regione; l’unica cosa che vorrebbe è solo quella di vedere le proprie terre produrre come sarebbe di giusto che sia.
Che tutto questo faccia riflettere a chi di dovere – conclude – non solo per garantire le aziende già esistenti, ma anche e soprattutto per dare la possibilità a molti giovani che come me hanno deciso di non fare una valigia… ma di restare a raccogliere nel proprio territorio ciò che la madre terra ci stia offrendo>>- conclude Cirrito -. La speranza è questa. Vedere rimanere giovani, una speranza che fino all’ultimo si spera di non far mai morire».
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