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“…Essendo pervenuto a mia notizia che qualche capitano di bastimento greco scismatico ardisce di sedurre per le marine di Sicilia qualche povero e ignorante padre a consegnargli i figli di tenera età con promessa di provvederli e mantenerli, e che poi condotti nei loro paesi li facciano ribattezzare ed allevare nel loro scisma, ed essendo tale attentato perniciosissimo non meno alla religione che allo Stato, togliendo all’una e all’altro i suoi allievi, ho risoluto d’incaricare V.S. Illustrissima che per mezzo dei suoi subalterni, nelle marine del regno faccia rigorosamente invigilare che non si commetta un simile eccesso. E trovandosi che qualche padre vi si indotto si procuri di riprendere il ragazzo e si carceri il padre…”
In buona sostanza pare che agli inizi dell’ottocento nei porti della nostra regione, e quindi anche a Termini Imerese, arrivassero bastimenti dalla Grecia i cui capitani, scismatici, tentavano di convincere le famiglie povere del posto ad affidargli i propri bambini con la promessa di sfamarli adeguatamente e di educarli.
In pratica un adescamento a scopo di sottrazione di minori. Quella di “Scismatici Greci” era una denominazione usata per indicare i Greci Ortodossi che si erano separati dal cattolicesimo in seguito allo scisma d’oriente. Il documento che vedete in foto e in cui se ne parla, è del 1804; e forse sarà stato pure per questo motivo che nel nostro comune, già qualche anno prima, da parte dei giurati era stato emesso l’obbligo di dotare i bambini proietti di una collanina fermata con piombo, e quindi non estraibile, in cui doveva essere segnata la città di appartenenza. I bambini, detti proietti, erano quelli non riconosciuti e abbandonati dai genitori. A Termini Imerese erano tanti; e molti di questi venivano anonimamente lasciati appena nati nella cosiddetta ruota di Santa Chiara dove le monache si occupavano di accoglierli per poi affidarli agli istituti.
CONTENUTO A CURA DI NANDO CIMINO
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