Guardia di Finanza Palermo: sequestrati oltre 4000 giocattoli cinesi pericolosi per i bambini

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Nell’ambito del quotidiano dispositivo operativo di controllo alle merci in importazione, i Finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, unitamente a personale della locale Agenzia delle Dogane, hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro di 4.008 giocattoli di provenienza cinese, potenzialmente pericolosi per la salute a causa dell’elevata presenza di “ftalati”, sostanza utilizzata per rendere i prodotti plastici maggiormente pieghevoli e morbidi.

Il provvedimento è stato disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, a seguito di una pregressa attività eseguita congiuntamente dai Funzionari dell’ADM e dalle Fiamme Gialle, che nel mese di novembre avevano già individuato analoga importazione.

Le analisi chimiche effettuate sui giocattoli dal laboratorio dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli hanno infatti permesso di evidenziare la presenza di un quantitativo di “ftalati” eccedente il limite imposto dalla normativa unionale e, quindi, la potenziale pericolosità per la salute delle persone, specialmente bambini.

Gli ftalati difatti sono noti interferenti endocrini di cui la comunità scientifica ha provato il legame con obesità, insulino-resistenza, asma e disturbo da deficit di attenzione ed iperattività.
I finanzieri del 1° Nucleo Operativo Metropolitano, unitamente ai funzionari dell’Ufficio delle dogane, hanno pertanto provveduto a sequestrare i 4.008 giocattoli, in quanto non conformi alle normative vigenti (art. 3 del D.lgs. 54/2011) e muniti di marchio CE mendace (art. 517 c.p.).

Le operazioni svolte rientrano nell’ambito delle attività promosse attraverso il protocollo di intesa siglato tra la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, con il quale si è inteso rafforzare il contrasto ai traffici illeciti connessi alla circolazione delle merci in ingresso nel territorio doganale dell’Unione Europea.

Si evidenzia che l’attività in argomento è stata eseguita sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase di indagine preliminare. Pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza.
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