Omicidio Roberta Siragusa: il sindaco replica alla mamma di Pietro Morreale

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La comunità di Caccamo è vicina alla mamma di Roberta Siragusa afflitta dalla prematura perdita della figlia scomparsa a soli 17 anni

A seguito della pubblicazione sul nostro giornale della lettera della mamma di Pietro Morreale, Antonina Zoida (clicca qui per approfondire) non è mancata la replica del sindaco di Caccamo, Franco Fiore.

«La famiglia Morreale? Da Caccamo non li ha cacciati nessuno, magari gli hanno consigliato di andare via. Anzi devo dire che quella di allontanarsi dal paese è stata l’unica cosa sensata che hanno fatto. Probabilmente sono stati attaccati sui social, ma gli insulti e le offese sono arrivati da tutta Italia e non solo dai nostri compaesani. Certo, dopo l’omicidio, non potevano mica aspettarsi che la gente li applaudisse…».

Non usa giri di parole il sindaco di CaccamoFranco Fiore, sulle pagine del Giornale di Sicilia, per rispondere a Antonina Zoida, la mamma di Pietro Morreale, il ventunenne giudicato colpevole anche in appello di avere ucciso la sua ragazza, Roberta Siragusa e di averne occultato il corpo. 

Antonina Zoida, nella lettera aperta pubblicata su Himeralive.it,  ha difeso il figlio e puntato il dito contro il sindaco e i cittadini di Caccamo. La mamma di Morreale, nella sua missiva, ha ribadito la tesi difensiva, cioè che il figlio sarebbe innocente perché Roberta si sarebbe data fuoco. Tesi giudicata fantasiosa – nonostante i riferimenti fatti dal legale di Morreale al lavoro del Ris di Messina – già dai giudici di primo grado, in attesa di conoscere le motivazioni del verdetto della seconda sezione della corte d’assise d’appello, emesso lunedì scorso.

A ferire il sindaco e tutta la comunità è stata la mancanza di cordoglio nei confronti della famiglia Siragusa. «Da parte dei genitori di Pietro e da lui stesso – ha detto il sindaco  Fiore – non ci sono state condoglianze, né una parola di pentimento e le assurde ipotesi difensive non hanno aiutato a trovare una maggiore comprensione. Anche in una tragedia ci sono modi diversi di comportarsi: i coniugi Turetta, ad esempio, hanno preso le distanze dal figlio, mostrando una grande dignità. Loro invece hanno voluto percorrere un’altra strada».

Il primo cittadino, inoltre, afferma sul GDS: «Ho letto la lettera e ho riflettuto. Forse ha visto nella carica che rappresento il bersaglio per scaricare la sua rabbia e la tensione accumulata in questi anni. Voglio sottolineare che ho ricevuto un gran numero di messaggi di stima e solidarietà da parte di tantissime persone che hanno voluto darmi il loro sostegno, perché ho rappresentato il pensiero di tutti».


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