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Salvatore Spagnuolo, docente di teologia, ama la scrittura, la poesia, le tematiche religiose di meditazione forte e profonda.
Ci ci parla oggi della sua nuova pubblicazione dall’originale titolo “Fragole”, spiegandone il significato.
«Ci sono delle “fragole”, con i suoi fiori e le sue foglie, nel giardino della liturgia cosmica ai piedi di Gesù Bambino che da divino pianista, in braccio a Sua Madre, il Suo Trono, suona il libro della Sapienza- commenta Spagnuolo nel trittico fiammingo della Regis Mater Angelorum, attribuito a Rogier van der Weyden, custodito nella Chiesa Madre di Polizzi Generosa (PA) – Mentre dipingevo, su uno dei due sportelli in legno di una cappella a muro ottocentesca, ormai diroccata, in mezzo a un boschetto abbandonato, il giardino della vita con le sue “fragole”, mi sono chiesto: perché le fragole? Mi sono convinto che sono il frutto del paradiso, perché hanno una foglia tripartita che evoca la Trinità, un piccolo fiore bianco che parla di Incarnazione, Dio che si fa Carne, e il frutto rosso a forma di cuore è un chiaro rimando alla Redenzione del Signore. Per questo motivo, ho scelto come titolo delle 99 poesie (vi è infatti una pecorella smarrita) “Fragole” e come immagine di copertina parte del mio dipinto», conclude Salvatore.
La raccolta di poesie “Fragole” può essere annoverata nell’ambito neo-romantico. Non per scelta programmatica, ma quasi d’istinto si mette al centro la cosmo-antropogenesi nella sua Weltanschaunng (visione globale, ma mai globalizzata).
Si parla dell’uomo, parte del creato, come ontologicamente inquieto: dei suoi sentimenti contrastanti, a volte anche irrazionali, che si lasciano canalizzare, come le sponde di un fiume, dalla speranza e dall’amore, in cerca di equilibrio e armonia. Quindi il significato centrale da cogliere è amarsi!.
Amarsi
Fissatolo lo amò!
Amarsi:
guardarsi all’infinito
negli infiniti occhi;
abbracciarsi eternamente
nell’eterna fiducia;
sorreggersi perennemente
quando si sta per cadere;
ricercarsi senza sosta
non cercando colpe ed errori;
donarsi… nel sentiero del perdono
a quattro piedi e tre mani.
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