L’attore hollywoodiano Richard Gere deporrà al processo Open Arms: udienza a Palermo il prossimo ottobre

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Richard Gere, attore di fama mondiale, sarà sentito il prossimo 6 ottobre come teste di parte civile al processo Open Arms. Il dibattimento, in corso a Palermo, vede imputato il ministro Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito illegittimamente lo sbarco di un gruppo di migranti soccorsi dalla nave della ong spagnola Open Arms ad agosto del 2019.

Richard Gere dovrà riferire sulle condizioni dei migranti a bordo della Open Arms. L’attore, che era in vacanza in Italia, affittò un’imbarcazione e il 9 agosto di quattro anni fa raggiunse la nave per rendersi conto dello stato di salute dei 147 migranti soccorsi e portò viveri e acqua ai profughi.

Salvini all’attacco “Rifiutò aiuto, voleva sbarco in Italia”

Matteo Salvini al termine dell’udienza dello scorso 9 giugno a Palermo è andato all’attacco. Queste le parole del vicepremier “Dall’udienza, dove rischio fino a 15 anni di carcere, sono emerse notizie interessanti: Open Arms aveva rifiutato, anche se non aveva ancora immigrati a bordo, di aiutare Alan Kurdi che lamentava di averne troppi. Poi la ong spagnola veniva assistita in tutti i modi, con continue telefonate dall’Italia, potendo perfino contattare personaggi del calibro di Angela Merkel e Richard Gere. La ong aveva declinato sdegnosamente gli aiuti e i porti di Malta e Spagna, a costo di aumentare i giorni di navigazione: l’obiettivo era sbarcare solo in Italia”.

Bongiorno, “Open Arms coccolata e mai abbandonata”

“E’ stato dimostrato che Open Arms era al centro dell’attenzione da parte di tutte le autorità, ha ricevuto più volte mail in cui si diceva che se avesse attestato le condizioni di salute i migranti scendevano subito e telefonate in cui i medici dicevano di essere pronti a dare la massima disponibilità. Forse è l’udienza che in assoluto ha fatto emergere in maniera nitida, più delle altre, quanto in realtà la Open Arms sia stata accudita e quasi direi coccolata. Quindi è l’esatto opposto della ricostruzione che fornisce il capo d’imputazione che parla di una nave abbandonata”. Così l’avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Matteo Salvini, parlando con i cronisti alla fine dell’udienza del processo Open Arms.
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