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Oltre a consegnare all’ex latitante la sua carta di identità per consentirgli di ottenere un falso documento e a dargli la tessera sanitaria necessaria per le terapie e le visite mediche alle quali il boss doveva sottoporsi, Bonafede ha acquistato la casa di Campobello di Mazara in cui Messina Denaro ha trascorso l’ultimo periodo della latitanza, gli ha dato il bancomat permettendogli di fare delle spese, gli ha fatto comprare la Giulietta sulla quale viaggiava.
Prosegue, a Campobello di Mazara, la caccia a possibili bunker segreti del boss Matteo Messia Denaro che aveva scelto il paese del trapanese come suo rifugio da almeno tre anni.
I carabinieri, attraverso l’utilizzo di georadar, stanno scandagliando diverse abitazioni del paese tra le quali quelle di Antonio Luppino, figlio di Giovanni, l’insospettabile che, lunedì scorso, ha accompagnato in auto il capomafia alla clinica in cui poi entrambi sono stati arrestati.
In un’area all’aperto adibita a parcheggio di proprietà di Luppino era nascosta la Giulietta usata dal capomafia per i suoi spostamenti e ritrovata dalla polizia.
Il figlio dell’autista del boss, già sentito dagli inquirenti, non sarebbe indagato.
Ed è stato sentito dagli inquirenti il titolare della concessionaria di Palermo dalla quale Matteo Messina Denaro, un anno fa, comprò la Giulietta. Il commerciante, viste le foto del capomafia sui media e riconosciuto il volto dell’acquirente, ha confermato che la macchina fu acquistata personalmente dal padrino. Il veicolo, del quale sono stati trovati i documenti nell’ultima casa di Messina Denaro a Campobello di Mazara, era intestato alla madre di Andrea Bonafede, il geometra che ha prestato l’identità al boss.
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