Ospedale cattolico si rifiuta di operare un transgender, il giudice: questa è discriminazione

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Un ospedale cattolico si è ritrovato (nei guai) per aver rifiutato di eseguire un’isterectomia a un paziente transgender.

Il giudice distrettuale federale ha stabilito che il rifiuto di rimuovere l’organo (sano), era una discriminazione sessuale.

L’intervento a detta del medico curante del paziente era necessaria per curare la disforia di genere.

La vicenda ha come protagonista Jesse Hammonds, un paziente transgender di 33 anni, nata donna che ha avviato la transizione verso il sesso maschile.

L’intervento era stato fissato per il 6 gennaio 2023, ma sarebbe stato cancellato quando il chirurgo che doveva operare ha scoperto che l’obiettivo era il cambio di genere.

La (politica cattolica dell’ospedale), non permette questo tipo di interventi.

Il caso è molto complesso per via del rapporto tra l’ospedale, che è  una struttura pubblica, e la Chiesa.

Il St. Joseph Medical Center di Towson (Maryland, Stati Uniti) era in origine, un ospedale cattolico, poi acquisito dallo University of Maryland Health System.

National Reviewha indicato che, le condizioni dell’acquisto richiedevano che l’ospedale operasse sotto la guida dell’ NCBC

Le linee guida dell’ospedale includono due princìpi dell’etica dell’assistenza sanitaria cattolica: uno proibisce la sterilizzazione di un paziente in assenza una patologia che rende necessario l’intervento (ad esempio il cancro), il secondo e la rimozione di un organo in perfetto stato.

Secondo la CNA, la decisione del giudice del tribunale ha criticato le linee guida del NCBC ritenendole intrinsecamente discriminatorie.

La sentenza ha molto preoccupato tutti i  i sostenitori della bioetica cattolica, perché a detta loro le argomentazioni usate in questo caso possano essere impiegate contro gli ospedali cattolici.

Il presidente della NCBC  Joseph Meaney ha dichiarato che:  “Il grande pericolo è che gli ospedali cattolici vengano costretti e legalmente attaccati per il fatto di non offrire interventi transgender”, in questo caso devono difendersi in tribunale.

Devono sostenere i loro diritti alla libertà religiosa e i diritti di coscienza, e questo è ovviamente difficile e molto costoso, alla fine, potrebbero perfino dover chiudere.

Il presidente dell’NCBC  Meaney ha sottolineato quanto sia importante  permettere agli ospedali cattolici di continuare a offrire il proprio servizio in base ai dettami della coscienza, e ai diritti di coscienza dei pazienti, aggiungendo che gli interventi transgender obbligatori potrebbero distruggere l’assistenza sanitaria cattolica.

The University of Maryland St. Joseph Medical Center sta analizzando la decisione.

Secondo alcune indiscrezioni  ricorrerà in appello, ma avrebbe dichiarato che molte conclusioni raggiunte nella sentenza, verranno messe in discussione.

 


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