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Il bambino palermitano di sei anni è deceduto durante una vacanza con i genitori a Sharm El Sheikh.
La famiglia della giovane vittima, aveva presentato un esposto al medico legale che, su incarico dei PM, ha effettuato l’autopsia sulla salma del bambino, ha chiesto di poter visionare la relazione fatta dal collega egiziano che eseguì i primi accertamenti sul corpo.
Non sarebbe possibile, infatti, giungere a una conclusione sulla vicenda senza conoscere elementi, come il contenuto gastrico, in possesso dei sanitari del paese nord-africano.
Solo qualche giorno fa la relazione del medico legale egiziano arrivò sulla scrivania del PM Vittorio Coppola, che coordina l’inchiesta, e che ha incaricato un interprete di tradurla.
Duecento pagine fitte di dati che, dopo la traduzione dall’arabo, verranno trasmesse al consulente della Procura che solo allora potrà completare il suo lavoro.
Ma, secondo quanto si apprende, nonostante i dati a disposizione non siano completi, sembra ormai accantonata la tesi secondo la quale il bambino sarebbe morto per una intossicazione alimentare.
Prenderebbe corpo invece l’ipotesi che a determinare il decesso sia stato un avvelenamento da contatto.
Resta da capire quale sostanza letale abbia ucciso il piccolo.
Il primo luglio la vittima, il padre Antonio e la madre Rosalia Manosperti, incinta di 5 mesi, si sentirono male e andarono alla guardia medica di Sharm che diagnosticò loro una intossicazione da cibo.
Il giorno dopo però le condizioni della vittima e del padre peggiorarono, la moglie chiamò subito un’ambulanza.
Per il piccolo Andrea purtroppo non ci fu nulla da fare.
Il piccolo Antonio fu ricoverato in gravi condizioni e poi trasferito con danni ai reni a Palermo.
Meno grave la madre della piccola vittima.
Nel resort in cui la coppia soggiornava loro furono gli unici stare male, circostanza che indusse gli inquirenti a mettere in discussione la tesi della intossicazione alimentare da subito.
Oggi la nuova pista sarebbe sull’avvelenamento da contatto.
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