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La storia della Befana
Riportiamo di seguito le due più diffuse per poter cogliere la magia di questa notte.
Originariamente la Befana era simbolo dell’anno appena passato, un anno ormai vecchio proprio come lo è la Befana stessa. I doni che la vecchietta portava, erano dei simboli di buon auspicio per l’anno che sarebbe iniziato.
La versione più conosciuta della storia
Nella tradizione cristiana, la storia della befana è strettamente legata a quella dei Re Magi. La leggenda narra che in una freddissima notte d’inverno Baldassare, Gasparre e Melchiorre, nel lungo viaggio per arrivare a Betlemme da Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchietta che indicò loro il cammino. I Re Magi, allora, invitarono la donna ad unirsi a loro, ma, nonostante le insistenze la vecchina rifiutò. Una volta che i Re Magi se ne furono andati, essa si pentì di non averli seguiti e allora preparò un sacco pieno di dolci e si mise a cercarli, ma senza successo. La vecchietta, quindi, iniziò a bussare ad ogni porta, regalando ad ogni bambino che incontrava dei dolcetti, nella speranza che uno di loro fosse proprio Gesù Bambino.
Poi c’è pure questa seconda storia…
C’era una volta, in un paese in collina, dove c’era tanto gelo una mattina, una vecchietta che non possedeva nemmeno una casetta e chiedeva l’elemosina alla gente e diceva loro che non aveva niente. Gli mancava da mangiare e non aveva dove dormire. Così quella gente che era generosa, si prodigava a darle qualcosa. La vecchietta, con la lunga gonna e con il suo scialle di lana, aveva un lungo naso e le rughe sulla pelle. Nel guardarla, faceva un po’ paura. Un giorno, le passò vicino un bambino, che le chiese se avesse freddo e la vecchia signora gli rispose di si. Allora, il bambino si dispiacque molto nel vederla tremare, andò via promettendo alla vecchia che sarebbe ritornato di lì a poco. Il bambino, tornato a casa, chiese alla mamma una coperta:
“Ma cosa ne devi fare?” chiese la madre al bambino.
~C’è una signora che trema e le voglio portare una coperta e qualcosa da mangiare.
La mamma del bambino fu molto orgogliosa del suo piccino:
“sai, Angelo, sei davvero un angioletto” e gli diede così quello che le aveva chiesto.
Il bambino, allora arrivò di corsa dalla vecchietta per farla coprire con la coperta.
Poi le diede da mangiare e da bere. La brutta signora, ringraziò il bambino e poi gli disse:
“questa notte verrà la befana e tu bambino sei stato buono!” esclamò la donna.
Il piccolo Angelo, rimase incantato da quelle parole che quasi non riusciva a crederci, ma, ripresosi subito, replicò: “ma io non ho fatto niente d’importante,” e la befana, commossa rispose: “si mio piccino, tremavo per il freddo ed avevo fame, lo sai? Sono io la Befana. Ogni anno che verrà porterò caramelle a volontà. Ma sai a chi? Ai bambini bravi come te, come ti chiami figliolo?”
“Io? Io sono Angelo” e lei: “sei davvero bravo come un angelo”. Quando il bambino si girò, la vecchietta non c’era più, era sparita. Ormai con la sua scopa di saggina… era in volo per la notte della befana.
Le più versioni della filastrocca della Befana .
La befana
vien di notte
con le scarpe tutte rotte
con le toppe alla sottana:
Viva, viva la Befana!
Seconda versione
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
col vestito alla romana:
Viva viva la Befana!
Terza versione
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
con la gerla sulle spalle
e le calze rosse e gialle.
Quarta versione
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
porta un sacco pien di doni
da regalare ai bimbi buoni
Quinta versione
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
con la scopa di saggina:
viva viva la nonnina!
Sesta versione
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
se ne compra un altro paio
con la penna e il calamaio.
Settima versione
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
viene e bussa alla tua porta
sai tu dirmi che ti porta?
Ottava versione
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte;
viene, bussa e scappa via,
la befana è mamma mia.
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