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Omicidio Debora Pagano: convalidato il fermo al compagno

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Convalidato il fermo al compagno di Debora Pagano: Leonardo Fresta, 40 anni, adesso è accusato e resterà rinchiuso nel carcere di Piazza Lanza a Catania.

Debora Pagano è stata trovata morta in casa e subito i sospetti degli investigatori si sono concentrati sul marito che è stato il primo a lanciare l’allarme per il ritrovamento del cadavere.  Il decesso, sembrava essere avvenuto per cause violente e sarebbe avvenuto almeno un giorno prima dal ritrovamento.

I primi rilievi sono stati eseguiti da militari dell’Arma del Sis e della compagnia di Giarre. A dare l’allarme sarebbe stato proprio il marito della vittima il quale, a termine di un lungo interrogatorio è stato fermato e condotto in carcere. La Procura di Catania nel frattempo ha disposto l’autopsia sul corpo della donna.

ll corpo della giovane donna, madre di una bimba che si trovava ospite a casa dei nonni a Letojanni, di cui la donna era originaria, è stato trasferito presso l’obitorio dell’ospedale Cannizzaro dove verrà eseguita l’autopsia che stabilirà le cause del decesso.

Sul corpo di Debora Pagano “sembrano esservi forti evidenze di un aggressione” affermano fonti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania in merito all’autopsia effettuata ieri sul corpo della donna trovata morta nella sua abitazione di Macchia di Giarre domenica scorsa dopo l’allarme lanciato a due giorni dal decesso dal marito, Leonardo Fresta, di 40 anni, adesso in carcere a Catania con l’accusa di omicidio.

“Il quadro indiziario raccolto ha permesso di collocare la morte della donna nella serata di venerdì 8 luglio e di riscontrare una sequela di anomalie comportamentali da parte del fermato che, assieme a quanto risulta dai primi accertamenti del medico legale e dalla sezione investigazioni scientifiche dei carabinieri hanno indotto la Procura all’emissione del fermo” si legge in una nota della Procura.

L’uomo, che a suo dire era in casa con la vittima, avrebbe dato l’allarme al 118 la mattina di domenica scorsa perché “sotto choc” ma il decesso della donna secondo quanto accertato sarebbe avvenuto il venerdì precedente. Per la Procura le “anomalie” consistono, innanzitutto, nello “stacco temporale di oltre un giorno e mezzo tra il momento della morte e quello in cui è stato dato avviso dallo stesso Fresta al 118 pur essendosi, a suo dire, “immediatamente reso conto del decesso”.

La Procura parla poi di “contradditorie versioni rese al personale sanitario del 118 intervenuto rispetto a quelle fornite nell’immediatezza dei fatti alla polizia giudiziaria e a quelle rese in sede di interrogatorio”. Per la Procura etnea inoltre “le indicazioni rilevate sul corpo della vittima da parte del medico legale sono tali da poter ragionevolmente escludere la causa naturale del decesso in forza della presenza di numerose ecchimosi riscontrate in varie parti del corpo e della frattura dello sterno e di una costola”.

Gli investigatori hanno alche rilevato mediante l’utilizzo del ‘Luminol’ la presenza di “diffuse tracce ematiche all’interno dell’abitazione anche in ambienti diversi dal bagno ed una “generalizzata, ed ingiustificata per le circostanze, opera di pulizia dei luoghi”. Gli investigatori hanno inoltre acquisito le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona e raccolto le dichiarazioni rese da conoscenti e parenti della famiglia della vittima.

 


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