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Il 25 marzo ricorre il centenario della nascita dell’indimenticato Arciprete Mons. Nunzio Forti di cui il ricordo rimane indelebile nella sua città di Polizzi che lo ha avuto come guida pastorale per 55 anni. Cento anni fa, il 25 Marzo 1922, nel giorno dell’Annunciazione del Signore a Isnello nacque Nunzio Forti da Michelangelo e Felicita Forti, primo di due figli, lui e la sorella Nicolina.
Sin da piccolo sentì forte il desiderio di consacrare la sua vita al Signore nella vita sacerdotale, questa vocazione fu rafforzata sicuramente dalla prematura scomparsa del genitore. Il padre Michelangelo stava per partire per l’America, quando una forte febbre lo colpì e lo costrinse a tornare a Isnello, dopo vari giorni consegnò l’anima al Cielo.
Il piccolo Nunzio fece così ingresso nel Seminario diocesano nel 1934 alla giovanissima età di 12 anni. La sua vocazione fu maturata soprattutto dalla presenza in famiglia di svariate figure emblematiche per la totale consacrazione al Signore: Padre Pio Forti, Sacerdote Cappuccino del Santuario di Gibilmanna morto in fama di santità e Suor Anna Alfonso. Una spinta particolare avvenne soprattutto dalla scuola del padrino di cresima, Mons. Giuseppe Di Martino e del clima spirituale della parrocchia di Isnello animata dagli Arcipreti Parroci don Carmelo Sideli e successivamente Mons. Gioacchino De Maria.
Dopo l’Ordinazione Sacerdotale avvenuta il 20 Aprile del 1946, a Settembre dello stesso anno il vescovo Mons. Emiliano Cagnoni lo manda a Polizzi Generosa per collaborare con il parroco Mons. Vincenzo Greco. Furono anni molto intensi dove alla fine della Seconda Guerra Mondiale il popolo si trovava stremato e con diverse difficoltà nel campo lavorativo e sociale. Nella chiesa una nuova luce si accende: quella del Concilio Vaticano II che vede sicuramente la nascita di una chiesa totalmente diversa, nuova e aperta verso tutti al dialogo e al supporto reciproco. Nel Giugno 1968 viene nominato Arciprete Parroco e vi rimane fino al Marzo 2001. Padre Forti vede passare intere generazioni, tante le famiglie che chiedevano consiglio al sacerdote per qualunque difficoltà che la vita presentava, per i figli, per i genitori, per l’aiuto ad una condizione sociale ed economica decente.
Padre Forti abitava nella canonica attigua alla chiesa Madre e riposava in una piccola stanza da letto molto umile e povera. Si era ricavato un angolo quasi nascosto dove si ritirava in preghiera, tante volte tra le lacrime, la sera prima di addormentarsi ma soprattutto la mattina quando dopo il risveglio iniziava subito a pensare ai suoi parrocchiani parlandone a Gesù che portava nel cuore e a san Gandolfo di cui era un grande devoto. Verso il Crocifisso che custodiva in quella stanza elevava preghiere per le tante situazioni di bisogno che ogni giorno conosceva nella sua città. Numerose le sue visite ai detenuti presso il Carcere di Termini Imerese e Palermo, tanti gli aiuti a persone che si trovavano in condizioni economiche abbastanza difficili, molteplice il sostegno ai bambini di strada in Brasile.
Negli ultimi anni di sofferenza e alla fine seduto su di una sedia a rotelle a Termini Imerese, meditava e pregava nel silenzio trasportandosi con il pensiero nelle numerose chiese e altari di Polizzi, nella cappella del seminario. Chiudendo gli occhi ricordava ogni volto e ogni momento trascorso a Polizzi con i suoi parrocchiani e con qualche lacrima si lasciava andare nel desiderio di poter riabbracciare ancora una volta la sua comunità.
“Non facciamoci mai aspettare” era la frase che ripeteva a molte persone e ai suoi stretti collaboratori, stare con la gente, sapere ascoltare, dialogare, dare consigli, aiutare ad affrontare la quotidianità fanno l’essere sacerdote.
Questa sera molte stelle luccicheranno nel cielo, brillano, abbagliano, emanando un fascino di spiritualità e di assistenza. Se li conteremo bene sono 100, proprio come gli anni nel nostro caro Padre Forti.
Buon Compleanno Padre Forti e grazie!
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