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Le vie dei tesori tornano a Termini Imerese e Bagheria FOTO

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BAGHERIA E TERMINI IMERESE. Bagheria si salirà in cima alla Torre dell’acqua di Aspra, e qualcuno se la ricorderà in “Baarìa” di Giuseppe Tornatore; che volle come sfondo anche uno dei pannelli di Minico Ducato, il pittore di “masciddara” protagonista della bottega-museo. Ritorna la putìa dove lavorò da bambino il poeta Ignazio Buttitta e per la prima volta, entrano nel festival le sale del Museo Guttuso a Villa Cattolica; aprono alcuni palazzi che furono il buen retiro dei nobili signori, l’eccentrica Villa Palagonia con i suoi mostri, l’anno scorso uno dei luoghi più visitati dell’intero festival. E i percorsi fuori porta; il trek&snork da monte a mare, il battesimo dell’acqua a Porticello. A Termini Imerese c’è invece una residenza che pare un gioiello prezioso da tenere in cassaforte: i soffitti in legno decorati dal Gregorietti, i salotti affrescati, i lunghissimi balconi, fanno parte di palazzo Sansone Chiarano alla Gancia appartenuto a Giuseppe Sansone, patriota e possidente, fratello di Alfonso, amico personale di Francesco Crispi e di Vittorio Emanuele Orlando, presidente della Società Siciliana per la Storia Patria, e fondatore del Museo del Risorgimento di Palermo nel 1918. Una bottega anche a Termini, e sarà un vero tutto all’indietro nel passato perchè si entrerà nella bottega storica degli Sperandeo, dove don Totò per anni ha costruito i carretti siciliani; poi nella “bomboniera” cinquecentesca di San Bartolomeo, oltre alle terme romane e l’Hotel delle Terme, che sono ormai tra i must del festival.

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Il festival ritorna a Bagheria per la quinta volta, e a Termini Imerese per la quarta, con due programmi ma un unico coupon, valido anche per Corleone, e a ottobre per Carini e Palermo. Tre weekend per un nuovo festival di “riappropriazione della bellezza” che quest’anno diventa maggiorenne: era il 2006, infatti, quando nasceva la prima edizione a Palermo, ma Le Vie dei Tesori sono poi cresciute di anno in anno, allargandosi a tutta la Sicilia. Si parte sabato 14 settembre e si va avanti, sabato e domenica, fino a domenica 29: dopo aver visitato a maggio i Borghi dei tesori in tutte e nove le province, ecco le dieci città di questa prima tranche: con Bagheria e Termini Imerese, partecipano CorleoneTrapani, Mazara e AlcamoMessina, CaltanissettaEnna e la new entry Leonforte. Dal 5 al 20 ottobre altre sei città (Carini, Marsala, SciaccaRagusaScicli e Noto); Palermo e Catania occuperanno il mese di ottobre.

 

Le Vie di Tesori ogni anno generano una ricaduta economica nelle città che attraversano: nel 2023 di oltre 7 milioni e mezzo di euro. Il festival è stato confermato nel calendario biennale degli eventi di grande richiamo turistico della Regione Siciliana. Un progetto che si anima della narrazione collettiva, della voglia di riappacificazione dei cittadini con il territorio, della partecipazione di centinaia di giovani. “Le Vie dei Tesori non è solo visite e apertura di luoghi, ma creazione di comunità, comporre reti e lavorare insieme per far “parlare” i siti. Il festival è questo: conoscenza, riappropriazione, lavoro con le scuole” dice il vicepresidente della Fondazione le Vie dei Tesori, Marcello Barbaro.Con Unicredit come main sponsor – alle presentazioni sono intervenuti Alessandro Scardamaglia, vice Area manager Palermo Est per Bagheria e Gabriele Aglieri Rinella, vice Area manager Palermo Est per Termini Imerese – e l’USR (Ufficio Scolastico Regionale) che collabora alla formazione dei giovani.

 

IL PROGRAMMA DI BAGHERIA. Il festival – costruito in stretta collaborazione con il Comune e curato sul territorio da Agostino D’Amato – l’anno scorso ha quasi raddoppiato i suoi numeri, trascinato da Villa Palagonia: 7161 presenze con una ricaduta di spesa turistica di quasi 300 mila euro. “Accogliere di nuovo Le Vie dei Tesori è motivo di grande orgoglio e una straordinaria opportunità per Bagheria – dicono il sindaco di Bagheria, Filippo Maria Tripoli e l’assessore alla Cultura e vicesindaco Daniele Vella – un’importante spinta per il tessuto economico locale legato al nostro indotto turistico. Vie dei Tesori è un progetto che sa fare rete, creando collaborazioni preziose e rilanciando il territorio attraverso un turismo sostenibile e di qualità. Ogni anno un circuito in crescita, arricchito da nuovi luoghi della cultura e nuove esperienze”. 

Undici luoghi in tutto, a partire proprio dal Museo Guttuso a Villa Cattolica, protagonista di un poderoso riallestimento che ha aperto, accanto alle sale che raccontano Renato Guttuso, il secondo piano dedicato a nomi come Schifano, Cagli, Tomaselli, fotografi come Scianna e un giovanissimo Tornatore. Un’esperienza la bottega-museo di Minico Ducato, il geniale pittore di “masciddara”, amato dagli inglesi, ma anche da Levi, Guttuso e Zavattini. Si sale sulla Torre dell’acqua di Aspra, costruita a metà ‘800 e alta 30 metri, ospita ancora un motore idraulico a vapore; e parrà di andare indietro al dopoguerra, entrando nella putìa dove Ignazio Buttitta lavorava a dieci anni e dove ha composto le sue prime opere. Sono ormai dei “classici” del festival, l’Arco azzurro, il luogo degli innamorati per eccellenza che è anche un presidio antimafia; Castello San Marco, eccentrica e ibrida dimora estiva dei principi di Mirto e dei conti di San Marco che  mischia elementi militari con altri tipici delle residenze di campagna: ci visse durante la guerra Giuseppe Tomasi di Lampedusa, a cui appartenne anche Villa Aragona Cutò, la dimora del “principe rosso” il socialista Alessandro Tasca: affrescata dal Borremans, possiede una bellissima terrazza da cui i nobili signori seguivano i fuochi del Festino. Sarà visitabile una collettiva del gruppo Visione arte di artisti bagheresi.  Il debutto di Villa Palagonia lo scorso anno era valso, da solo, 2494 presenze, il luogo più visitato del festival fuori Palermo: ora si potranno di nuovo varcare i cancelli, scoprendo i famosi “mostri” del principe Gravina. Poi Palazzo Butera, gestito dal Comune, sogno pazzo di un nobile affranto e deluso; la dimora storica settecentesca Cirrincione-Mineo dove tre stanze sembrano uscite dal Gattopardo, ancora con gli arredi originali. È  allestita la collettiva “Gli artisti del 25 giugno”. Ritornano anche “amici” del Festival come l’Oasi Blu, la wunderkammer sorprendente tra memorabilia raccolte da un ex ferroviere prestato all’arte. Tra le sette esperienze, la visita alle storiche cantine affacciate sul mare della Duca di Salaparuta, a Casteldaccia, con la bottaia, la sala da degustazione e l’enoteca. Due esperienze che vanno subito sold out: le escursioni in barca a vela nel golfo di santa Flavia; e il battesimo del mare con un sub esperto a Porticello. Con Giulia Cancilla ritorna il Trek&Snork ovvero si camminerà tra agrumi e  ulivi per poi raggiungere il punto dell’immersione …; e si raggiungeranno  l’Arco Azzurro, le zubbie e le grotte marine. Alla tradizione siciliana è legata Pina Castronovo, artista artigiana che si ispira ai semi delle carte da gioco. Ad Aspra, le donne raccontano la borgata, e una passeggiata conduce alla scoperta della Bagarìa che non c’è più.

 

IL PROGRAMMA DI TERMINI IMERESE. Il festival – costruito in stretta collaborazione con il Comune – è molto articolato e racchiude dieci luoghi. “In tre anni questo festival ha dato lustro alla città di Termini Imerese e ha fatto riscoprire anche agli stessi termitani, luoghi che non conoscevano o di cui avevano perso memoria. Senza contare le ricadute economiche positive sul territorio che l’anno scorso sono state di oltre 150 mila euro” interviene il sindaco Maria Terranova mentre il consigliere Giuseppe Di Maio che ha curato il programma del festival sul territorio, sottolinea come “in tre edizioni il festival ha avuto riscontri inimmaginabili e ci ha permesso di riappropriarci di siti che parevano dimenticati. Speriamo che anche questa quarta edizione abbia lo stesso successo”.

 

Oltre a palazzo Sansone Chiarano alla Gancia e alla bottega storica dei costruttori di carretti Sperandeo, dove il tempo pare essersi fermato, si visiterà la “bomboniera” cinquecentesca di San Bartolomeo, che ospita anche i gruppi dei Misteri: era la chiesetta dei pescatori, semplice all’esterno e ricchissima di decorazioni all’interno. E si raggiungerà la Madonna della Consolazione, uno dei più antichi santuari mariani di Sicilia.  Poi i “classici”, l’Hotel delle Terme, e sotto, le Terme romane; i depositi del Museo civico; l’ottocentesca Biblioteca Liciniana che conta oltre 102 mila volumi e manoscritti, la chiesa cinquecentesca degli “Scappuccini” o di San Girolamo che a metà Seicento venne co-intitolata a Santa Rosalia per “esplicita richiesta” della Santuzza, apparsa in sogno ai frati: quest’anno apre per la prima volta il refettorio con una mostra di arredi sacri, e sono previste visite teatralizzate dell’ICS Tisia d’Imera e dell’ICS Balsamo-Pandolfini coordinati da Maria Rita Costanza (che condurrà l’esperienza su Linguaggi e simbologie nascoste della Termini tardo-barocca). Senza dimenticare la straordinaria “Cammara Picta”, il ciclo di affreschi seicenteschi dentro il palazzo del Comune. Le due passeggiate condurranno alla scoperta della Termini romana, del sito di Mura Pregne, con il muraglione ciclopico ed un dolmen, e alle rovine del castello di Brucato. E di Termini Imerese dal mare.

 

GLI SPETTACOLI. Saranno nel secondo e nel terzo weekend, in luoghi del festivaldomenica 22 e 29, a Villa Palmeri, “Ninfe e sante”, un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, alla scoperta delle leggende di Termini Imerese; il 28 e 29 settembre, al Teatro Zeta, Pietro Macaluso interpreta “La pecora” storia di relazioni tra esseri umani, piccoli equivoci e piccole passioni. Stessi giorni nella chiesa di San Giacomo al tramonto, dove Silvia Anna Lee Cirivello propone “Munch” che non è riferito al pittore ma al verbo “masticare”. Si chiude al Museo civico domenica 29 settembre, con “Le verità nascoste”: l’attore Mimmo Minà si unisce al Coro dell’Auser per raccontare Edipo e metterlo in dialogo, attraverso i secoli, con le stragi del 1992.

 


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Redazione

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