3.Fatti del giorno

Termini imerese: c’era una volta …”a Rigina ru pararisu”

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Di unni vinni sta Bammina
o ri Napuli o ri Missina,
la mitteru supra l’artaru,
tutti l’ancili l’aduraru;
ci cantàru chi bellu visu,
viva a Rigina ru Pararisu.

Questi versi, testimonianza di una religiosità popolare ormai scomparsa, erano dedicati alla Madonna con il titolo di Regina del Paradiso.

Nella nostra città la ricorrenza era particolarmente onorata nella parrocchia di San Carlo; chiesa dove se ne conserva una bella immagine che, per l’occasione, veniva portata in trionfale processione con grande concorso di popolo. Tale festa si celebra abitualmente il 22 di agosto; ma, in un suo scritto, il ricercatore Castrenze Aglieri Rinella la riportava a giugno.

In ogni caso, per l’occasione, la chiesa era adornata a festa; e la sacra immagine, per il solenne novenario, veniva scesa dalla nicchia laterale in cui ancora oggi si trova, ed elevata sopra l’altare maggiore che veniva addobbato con uno scenografico apparato.

Tutto era curato nei minimi particolari dalla non più esistente congregazione di Maria Regina del Paradiso e San Filippo Neri; di cui, per tanto tempo, fu tra i principali animatori tale signor Cristina. Sempre il Rinella, riportava pure di giochi popolari organizzati nella piazzetta, e proprio della bella processione accompagnata dal clero, dalle autorità, e dai bambini che avevano appena fatto la prima comunione.

Così come avveniva a dicembre per la Immacolata, anche in questo caso, e lo si vede bene dalla foto d’epoca condivisa da Fabio Chiaramonte, erano i marinai che, per buona parte del tragitto, si facevano carico di portare la vara. Poi al rientro, dopo la predica e la benedizione eucaristica, faceva seguito un rumoroso sparo di mortaretti e spesso anche un intrattenimento musicale.

C’è chi ricorda pure, ma di questo non so darvi conferma, che in qualche occasione ebbe a svolgersi anche una corsa di cavalli; con gli animali che partivano da Piazza Umberto I° immettendosi in discesa per la via Nuova Stesicoro, da tutti chiamata “u stratuni”, ed ancora in terra battuta, fino a giungere proprio davanti alla chiesa di San Carlo. Di tutto questo oggi purtroppo più nulla rimane; pur se, in occasione della sua ricorrenza, la Regina del Paradiso viene ugualmente onorata in chiesa.
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Redazione

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