Termini Imerese: “A Matri Assunta”

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Era la festa più attesa dell’estate ed in quel periodo il quartiere dei Cappuccini si animava in attesa del giorno di ferragosto quando, dalla chiesa di San Girolamo, usciva in processione la sacra immagine dell’Assunta. Già di buon mattino arrivava la banda che dopo una breve sosta sul sagrato, “scortata” da alcuni confrati iniziava il tradizionale giro della città per la raccolta delle offerte.

Le messe cantate cominciavano presto, annunziate dallo scampanio a distesa; mentre il coro intonava gli inni più belli al suono di un vecchio organo a mantice. Era una gioia vedere in strada anche i tanti festoni di oleandro ed al balcone coperte e drappi in onore di Maria Assunta.

In chiesa poi l’apparato era uno spettacolo; ed il profumo di incenso si mischiava con quello dei fiori e della cera fusa delle tante candele accese. La Vergine Dormiente era uno splendore, posta davanti al tosello purpureo e circondata cosi come si usava allora da tanti fiori di girasole.

Ancor più splendenti sembravano anche i suoi capelli che, come qualcuno saprà, sono veri; appartenevano infatti ad una giovinetta del quartiere a cui la madre, per grazia ricevuta, li fece tagliare donandoli affinché potessero ornare proprio la sacra immagine. Ed i fedeli, da ogni parte della città, giungevano numerosi ad ammirarla; in attesa che a sera, al calar del sole, iniziasse la solenne processione.

Ma per l’intero pomeriggio e per la gioia dei bambini e non solo, ci si divertiva anche con tanti giochi popolari appositamente organizzati dal comitato. Davanti allo spiazzo antistante la chiesa, frotte di ragazzini si contendevano la vittoria sfidandosi nella corsa dei sacchi o nel classico jocu di pignateddi. Poi, quando il sole acquietava i suoi bollenti raggi e la luna faceva capolino, ecco che tra lo sparo dei mortaretti ed il festoso suono delle campane appariva l’Assunta e si dava inizio alla processione.

Vi partecipava una moltitudine di persone, la banda musicale ed il clero al gran completo, con anche tanti bambini che indossavano un saio da fraticelli; immancabili pure Petru Zimma e Ustinu Scarcella, due compagnoni che timbravano il cartellino in tutte le processioni ed in tutti i funerali.

La prima sosta avveniva dopo qualche centinaio di metri in una cappella che proprio in onore dell’Assunta era stata realizzata nel 1907 su iniziativa della signora Maria Speciale con il contributo di tanti abitanti del quartiere ed anche di qualche emigrante; e qui si cantavano inni e lodi.

Ma la sosta più spettacolare veniva fatta poco più avanti sulla via Armando Diaz nei pressi della putia di don Calò Baruni dove, almeno così è il racconto di tanti anziani, si “metteva in scena” a vulata di l’ancili. Due bambine, di bianco vestite, sostenute da robuste corde, venivano fatte calare dai balconi, fin quasi a toccare la vara.

Dopo il segno della croce e nel silenzio più assoluto si inscenava una breve recita che culminava con un Salve Regina ed il lancio di fiori; seguivano gli applausi finali da parte della gente in strada e da quella sui balconi gremiti sino all’inverosimile. Una bella tradizione anche questa purtroppo scomparsa!!

Contenuto a cura di Nando Cimino
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