Omicidio Roberta Siracusa: la Cassazione condanna all’ergastolo Pietro Morreale

3 min read

Rimani sempre aggiornato



Ricorso inammissibile. La corte di cassazione ha confermato per Pietro Morreale la condanna alla pena dell’ergastolo.

Il giovane caccamese è accusato di avere ucciso Roberta Siragusa la notte tra il 23 e 24 gennaio del 2021.

L’imputato era accusato di omicidio aggravato e occultamento di cadavere.

roberta-siragusa-4

Immagine 1 di 3

https://youtu.be/R_jAEMslC6k

La famiglia della vittima e il Comune di Caccamo sono parte civile nel processo con l’assistenza degli avvocati Giuseppe Canzone, Giovanni Castronovo, Simona La Verde e Sergio Burgio.

Morreale è difeso dall’avvocato Gaetano Giunta. Roberta, che aveva 17 anni, è morta a Caccamo, bruciata viva nei pressi dello stadio ed il suo corpo è stato ritrovato senza vita in un burrone in contrada Monterotondo. 

IL SINDACO FRANCO FIORE: “CON L’ODIERNA SENTENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE SI CHIUDE DEFINITIVAMENTE, SOTTO L’ASPETTO GIUDIZIARIO, QUESTA DOLOROSA VICENDA CHE HA SCOSSO L’INTERA COMUNITA’ CACCAMESE”.

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di Pietro Morreale, condannato in primo e secondo grado per l’omicidio di Roberta Siragusa, delitto consumato a Caccamo il 24 gennaio 2021.

Alle 17.30 di oggi (10 luglio 2024) il Presidente della Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dato lettura della sentenza nei confronti di Morreale, confermando la condanna all’ergastolo inflittagli nei gradi di giudizio precedenti.

Il Comune di Caccamo, parte civile già costituita, ha partecipato al processo in Cassazione. Il legale del Comune, l’avvocato Maria Beatrice Scimeca ha chiesto la declaratoria di inammissibilità del ricorso e comunque il rigetto per infondatezza dei motivi.

Già la Corte di Assise di Appello di Palermo aveva confermato il diritto al risarcimento dei danni subiti dal Comune all’immagine derivante dall’efferato omicidio consumato nella cittadina medievale.

In particolare aveva dichiarato ampiamente provato, da parte del difensore Scimeca, il pregiudizio patito dal Comune e il nesso eziologico con il tragico femminicidio.

«La Giustizia ha fatto il suo corso. Sotto il profilo prettamente giudiziario, con l’odierna sentenza della Suprema Corte, si conclude definitivamente il drammatico caso di femminicidio di Roberta Siragusa, che ha visto come unico responsabile il suo fidanzato, Pietro Morreale. – Ha dichiarato il sindaco di Caccamo Franco Fiore. – Resta il profondo dolore per le due famiglie. La famiglia di Roberta alla quale rimarrà per sempre una ferita inguaribile e a cui nessuno mai potrà restituire l’amata figlia. E la famiglia di Pietro la cui vita resterà per sempre segnata e sconvolta dal gesto efferato compiuto dal giovane. Come Istituzioni continueremo a lavorare affinché casi del genere non si ripetano mai più. Promuoveremo le relazioni sociali serene e pacifiche fra i cittadini, per prevenire ogni forma di violenza di genere e sui minori».

L’avvocato Scimeca esprime comprensione per il dolore immenso che ha colpito le famiglie e l’auspicio che Pietro possa prendere consapevolezza della suo tragico gesto e intraprendere un percorso di sincera conversione.

 

 
CONTINUA A LEGGERE SU HIMERALIVE.IT


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Himeralive.it






Leggi anche

Altri articoli: