Termini Imerese: sulle tracce di Mussolini: Porta Palermo (SECONDA PUNTATA)

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Già vi ho riportato di una frase scritta nella zona di Porta Caccamo (clicca qui) e che, se pur sbiadita, ancora oggi ci da contezza di un passato storico della nostra città che andrebbe ricordato per i suoi molteplici aspetti.

Era una frase diretta al mondo della agricoltura; settore che a Termini Imerese poteva contare su tantissimi lavoratori, ed era fonte sicura di sostegno economico per tante famiglie. Qualcosa di simile la troviamo pure in un altro ingresso della città; ovvero a Porta Palermo.

Qui infatti, ancor prima di giungere nella vera e propria antica porta del dazio dove, bene in vista sui lati, c’erano due fasci littori oggi scomparsi, in un vecchio magazzino nei pressi del cimitero c’era pure, ed è ancora oggi in parte visibile, un’altra celebre frase di Mussolini. Anche in questo caso il riferimento era per quanti lavoravano i campi; e la frase, abbastanza lunga, era stata in questo caso ripresa dal discorso che il Duce aveva pronunciato al Palazzo delle Esposizioni di Roma, il 9 ottobre del 1927.

In quella occasione si inaugurava la “Mostra Nazionale dei Grani” che, in linea con la politica del regime, tendeva a valorizzare l’agricoltura e la indipendenza alimentare. Il grano in particolare, e di conseguenza il pane, era il tema più ricorrente che Mussolini trattava con particolare enfasi; e da questo suo discorso fu ripresa proprio la frase scritta all’entrata di Termini Imerese e che è la seguente:

“Questa vecchia terra italiana può dare il pane ai suoi figli di oggi e di domani, quando gli uomini sappiano armonizzare in essa questi elementi: il sole, l’acqua, il lavoro e la scienza”.

Ancora un altro “reperto” quindi, che ci riporta indietro nel tempo a testimonianza di un epoca che Termini visse in maniera intensa e partecipata.

(Nelle foto la scritta nella ex via Giancaniglia e uno dei manifesti d’epoca sul pane, che si conserva nella nostra biblioteca comunale, testo a cura di Nando Cimino)


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