Bagheria: evade dai domiciliari, la Cassazione annulla la condanna

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E’ terminato il calvario giudiziario di Ferrara Daniele, iniziato nel 2020, quando era  stato tratto a giudizio con l’accusa di evasione e furto enel.

avvocato De Lisi

Il Ferrara, giovane bagherese, difeso dall’avvocato Raffaele Delisi, era sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari presso l’abitazione del fratello, non potendo

scontare tale misura presso la sua abitazione in quanto accusato, in altro procedimento, di rapina ed estorsione nei loro dei suoi genitori.

Secondo l’accusa, durante la esecuzione della misura, avrebbe posto in essere un furto di energia elettrica, allacciandosi abusivamente alla reta pubblica, e sarebbe evaso dagli arresti domiciliari in quanto trovato all’interno dell’abitazione di una vicina, comunicante col suo appartamento tramite una porta interna allo stabile.

Nel primo grado di giudizio il Tribunale di Termini Imerese, in composizione monocratica, il 3.12.2021, in persona del Giudice Sandro Potestìo, lo ha assolto dalla imputazione di furto, non essendo stata raggiunta la prova di un suo coinvolgimento nell’allaccio abusivo, dichiarandolo colpevole del reato di evasione, condannandolo alla pena di mesi cinque e giorni 10 di reclusione.

Tale decisione è stata confermata dalla Corte di Appello di Palermo in data 12 aprile 2023.

Avverso tale sentenza è stato proposto ricorso per Cassazione, dal difensore dell’imputato, Avv. Raffaele delisi, il quale ha rilevato come la sentenza della Corte d’Appello di Palermo fosse affetta dal vizio dell’erronea applicazione della legge penale, non avendo la Corte adeguatamente motivato in ordine al mancato riconoscimento della particolare tenuità del fatto.

La Suprema Corte, udita l’arringa del difensore, mercoledì 5 giugno, ha annullato la sentenza impugnata, accogliendo la tesi difensiva e ritenendo che l’allontanamento dal luogo degli arresti, senza uscire sulla pubblica via, è un fatto di particolare tenuità e, dunque non punibile.

«La vicenda giudiziaria del Ferrara, cominciata nel 2020, si è finalmente conclusa con il giudizio della Corte di Cassazione che ha dato alla norma una interpretazione tale da dare il giusto peso ad un fatto che, seppur contrario al diritto, era sostanzialmente tenue e dunque, non punibile».
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