Giuseppe Profita è uno di questi, che ha investito nel territorio, nell’attività di famiglia e si è dedicato all’arte del vino cercando di produrre prodotti che abbiano il sapore della Sicilia.
Fare il sommelier, è molto affascinante per chi ama saper apprezzare il gusto. Il percorso inizia da un buon corso di formazione. L’analisi del vino è piuttosto complessa, serve molto lavoro per creare questa passione ed una professione. Necessario riuscire ad avere buona consapevolezza e padronanza di una gamma di vini più ampia possibile.
Il sommelier è infatti in grado di svolgere un’analisi accurata del vino, anche dal punto di vista organolettico.
A differenza del degustatore, il sommelier non si limita ad assaggiare i vini, ma si occupa anche dell’abbinamento, del servizio, della presentazione e della gestione di cantina e acquisti. Deve essere in grado di trasmettere passione e conoscenze ai suoi clienti, così da trasformare il semplice atto di bere un calice di vino in un’esperienza unica.
L’anno scorso realizzati alcuni vini delle terre trapanesi, quest’anno per festeggiare l’estate, è stato realizzato un prosecco in onore di Castellana Sicula lavorato in una cantina veneta. In cantiere anche un nuovo vino rosso. Giuseppe, cerca sempre di sperimentare soprattutto adesso che il suo bar storico San Francesco che caratterizza la piazza di Castellana Sicula , tenta nuove sfide rimanendo uno dei simboli del paese assieme alle altre attività storiche rimaste a cui tanti sono legati.
Non ha uno scopo solo commerciale il creare dei vini, ma per chi ha grande passione, diventa anche creare allo stesso tempo un percorso di affezionamento e di consapevolezza, di amore per questa terra, che crea, produce, delizia. È un far amare continuo,fare apprezzare questa terra dalla quale si fugge. Attraverso i cibi,il più delle volte si ottiene più persuasione. D’altronde si dice che i più golosi vanno presi sempre per la gola.
Lo si vedeva anche nei racconti storici che per decisioni importanti e politiche da prendere, alcune trattative si prendevano a tavola. Era un po’ una strategia invitare ospiti che venivano convinti attraverso splendidi banchetti dove cibi migliori e vini pregiati venivano presentati in abbondanza e poi dopo queste cerimonie imbandite prettamente da tavola, si passava nelle sale dove si mettevano firme e consensi determinanti.
La Trinacria da sempre si attesta per le migliori cantine e vigneti pregiati grazie a uve riscaldate dal sole del Mediterraneo, che da secoli, nella storia antica, fanno parte delle produzioni più attestate dell’isola. Formaggi, carni, agrumi ,vini, olii, in Sicilia, hanno avuto grande primato secolare essendo che l’economia è stata di tipo sempre primario relativo all’allevamento e all’agricoltura.
Basti pensare che in opere di letteratura classica e anche poesia si fa sempre riferimento ai vini. Per esempio Cicerone nelle Verrine, parlava dei siciliani facendo piccolo cenno alle Madonie.
Se si pensa alle guerre puniche, Petralia Soprana, veniva menzionato fra le cosiddette civitas decumane, ovvero quei territori che consegnavano un decimo di approvvigionamenti agricoli ai consoli e romani e fra questi primeggiavano i vini utilizzati soprattutto nell’antica Roma per i grandi banchetti. Oggi questi ” banchetti” , a parte le grandi occasioni , sono sempre di moda anche per gli aperitivi e la “sosta “, è un momento sempre più usato e di
tendenza per accompagnare non solo gli eventi ma anche spazi utili da dedicare agli amici allietando alcune ore della giornata e rendendo così un momento comune particolare attraverso il gusto. Creare piacevolezza dei sensi rimane così un’arte per tutte le epoche.
I vini, in particolare, pastosi, setosi, profumati, e dalle fragranze che contraddistinguono varie aree siciliane si accostano bene più tipologie per esaltare gusti di carne e formaggi, che inorgogliscono l’isola e vantano il primato della migliore cucina più amata al mondo fra ricette che vanno ancora sperimentate e quelle tradizionali che non conoscono il tempo e sono apprezzate da generazioni e soprattutto dagli stranieri. Oggi, dove predomina l’ambizione della “restanza”, si cerca d’ imitare i successi del passato adottandoli alle trasformazioni moderne, alle esigenze di mercato e anche agli stili di vita, alle abitudini adottate in società,
d’ investire molto su prodotti semplici, sui cibi antichi e genuini che ricordano la storia identitaria del paese italiano, su ciò che resta intramontabile ed è ricchezza del luogo, che crea attrattiva, punti di forza e grandi passioni.
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