Storia Termini Imerese: poca gente alla processione del Corpus Domini e il comune protesta

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E’ questo un problema annoso di cui a Termini Imerese si parlava addirittura nel settecento; ovvero già tre secoli fa. Fu infatti nel 1789, in occasione del Corpus Domini, che i nostri amministratori pensarono di scrivere alla Real Segreteria una lettera di protesta che faceva testualmente così:

“……Approssimandosi la solennità del Divinissimo, e dovendosi per le prescrizioni dei predecessori di V.E. farne le solenni processioni non solamente di giorno ma di mattina, siamo su di ciò ad umiliarci a V.E. che questa città ritrovasi situata dirimpetto all’Oriente e per conseguenza esposta tutta alli cocenti raggi solari…..perciò è che l’intiere processioni vengono esposti all’eccessivo calore del sole, in grado tale che si scusano la maggior parte ad intervenirvi, per li malori che in ogni anno si accaggionano. Onde le solennità, le più maggiori del Cristianesimo sono diventate troppo deboli….E perciò siamo a pregare la pietà di V.E. D’accordarci almeno di poter solennizzare le sudette processioni …..ma che siano delle ore 21 in poi….e ritirarsi pria delle ore 24….”

Il ragionamento degli amministratori era fin troppo chiaro. Le processioni venivano fatte uscire in orari poco comodi; e così, in pochi, vi partecipavano. Si chiedeva quindi di programmarle in orari “decenti”, assecondando la disponibilità del popolo. A quei tempi, e per come si evince da una lettura attenta dei documenti, non erano rare le intromissioni del comune nella gestione delle pratiche religiose; con il clero che appariva spesso scoordinato e non sempre vicino alle attese dei fedeli. Ma parliamo di tre secoli fa!

Contenuto a cura di Nando Cimino
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