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“Caro, ma non era meglio la tua ex?”

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A volte la madre resta affezionata alla vecchia fiamma del figlio e fa paragoni che non possono non ferire la fidanzata “in carica”, facendola sentire sminuita

Affezionarsi alla fidanzata del proprio figlio è una bella cosa. L’altra faccia della medaglia è che se la relazione finisce, può capitare che la ex venga rimpianta e la successive ragazze che il figlio frequenta non appaiano all’altezza della precedente. Così c’è chi si lascia scappare paragoni, sul lato fisico e caratteriale; chi parla dell’istruzione o del lavoro “così interessante” che aveva l’altra ragazza e chi continua a “seguirla” a distanza, per esempio sui social, raccontando spesso al figlio cosa sta facendo con chi e come. Tutto ciò può dispiacere alla fidanzata “in carica”: per gelosia, perché si sente svalutata, perché i confronti fanno sempre male. E perché teme che non riuscirà mai a conquistare il cuore di colei che potrebbe diventare la sua futura suocera. «La ex fidanzata, oltre a essere ormai ex, rappresenta per la quasi suocera qualcosa di conosciuto e prevedibile, e quindi di meno preoccupante. La nuova ragazza, come tutto ciò che è nuovo e soprattutto se non si ha un carattere aperto e curioso e di più quando c’è il rischio che qualcosa possa minare la relazione madre-figlio, è fonte d’ansia per l’ignoto», premette Benedetta Comazzi, psicologa a Milano. «Una nuova coppia modifica gli equilibri, sia tra in due fidanzati, che con le famiglie d’origine. È quindi necessaria una riorganizzazione delle relazioni, e non è un passaggio facile. Se non avviene, c’è il rischio che la percezione da parte della madre di lui possa essere in qualche modo ostile: perché la ex ragazza era ritenuta meno interferente nel suo rapporto col figlio o perché la nuova ha più aspetti del carattere (è più indipendente, più loquace o più chiusa…) o dello stile di vita (lavora fino a tardi, pratica sport estremi…) a cui la quasi suocera può appellarsi per criticare. Se poi c’è una difficoltà di base nella madre nell’accettare che il figlio tagli il cordone ombelicale per condividere la sua vita con un’altra donna, questo atteggiamento c’è a prescindere, e magari c’era anche prima, in forma diversa. Da non sottovalutare le aspettative che ogni madre coltiva da quando il suo bambino è nella pancia – anche sulla persona di cui dovrebbe innamorarsi – e che possono essere deluse, scatenando un sentimento negativo quasi inconscio per cui si diventa ipercritici e ipergiudicanti».

Di certo non si può agire sull’altro per modificarlo, avverte la psicologa: «Possiamo provare a parlarne con la quasi suocera, anche in modo franco: “Ho notato che parli spesso di questa persona, ho l’impressione che tu faccia un paragone tra me e lei e questo mi mette a disagio (o mi preoccupa o mi fa sentire sotto pressione) perché io sono innamorata di tuo figlio, ci tengo a lui e quindi anche ad andare d’accordo con voi che siete la sua famiglia”.» È importante anche farsi conoscere: «A volte i paragoni nascono da una scarsa frequentazione tra le persone coinvolte e quindi, nei limiti del buon senso, può essere utile trovare occasioni perché le due donne possano incontrarsi, passare del tempo insieme, condividere qualche interesse. Resta però il fatto che non c’è un modo per impedire che la mamma del fidanzato li faccia: una volta espletati questi tentativi, se l’atteggiamento continua è necessario lavorare su di noi, provare a capire quali sensazioni proviamo quando ne siamo oggetto. Rabbia? Frustrazione? Come evitarle? Come cercare di non esporci a situazioni che causano queste emozioni?». Altra cosa importante, parlarne con il fidanzato: «Dovrebbe essere lui a cercare per primo di dare un limite alla madre». E se ci si trova nel ruolo di suocera? «È importante pensare che la nuova ragazza, con la sua personalità e le sue caratteristiche – anche se non si è d’accordo su alcuni comportamenti, aspetti o scelte – ha fatto innamorare il figlio e quindi è bene compiere un atto di fiducia verso quest’ultimo e di riflesso anche verso di lei. Non dimenticando che e con la ex qualcosa è andato storto, forse non erano fatti uno per l’altra».

Per padre Giovanni Calcara, domenicano del convento San Domenico di Palermo, «Il rapporto tra madre e figlio non è sempre lineare: anche Maria chiese a Gesù adolescente che era sparito per conversare tra i dottori nel tempio “Perché ci hai fatto questo?”. E il figlio rivendica una sua autonomia rispetto al progetto che Dio gli aveva affidato. Così nella dinamica quotidiana, se il figlio nelle sue scelte è pienamente cosciente e consapevole, può anche ignorare i commenti della madre sulla ex e sulla nuova ragazza, e quest’ultima a sua volta non deve sentirsi sminuita dai paragoni, perché ogni persona è unica e portatrice di proprie qualità, senza bisogno di omologazioni. La diversità è la vera ricchezza: la madre ha avuto la fortuna di incontrare una ragazza a cui si era affezionata e ora ha quella di rapportarsi a un’altra persona e un’occasione di crescita. Se la coppia è unita, ci si può anche ridere sopra, senza drammatizzare le fissazioni della quasi suocera , ma magari prendendola un po’ in giro con una battuta: l’importante è che le interferenze non riguardino le scelte dei ragazzi su casa, lavoro, figli, tempo libero per le quali ognuno ha diritto di rivendicare la piena libertà e mettere dei limiti».  

Mariateresa Truncellito

In “Maria con te” n. 17, 28 aprile  


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Redazione

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