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Si tratta dell’ennesima strage sul lavoro che questa volta è costata la vita a cinque lavoratori: Epifanio Alsazia, 71 anni, contitolare della Quadrifoglio Group, di Partinico (Palermo), così come Ignazio Giordano, di 57 anni, Giuseppe Miraglia, 47 anni, originario di San Cipirello (Palermo), Roberto Raneri, 51 anni, di Alcamo (Trapani) e Giuseppe La Barbera, 28 anni, lavoratore interinale dell’Amap.
Il sogno del ventottenne era che il contratto da precario diventasse a tempo indeterminato. Aveva confidato ai suoi amici: “Forse questa volta mi stabilizzano davvero”. Ha trovato la morte a causa dell’idrogeno solforato prodotto dai liquami con una concentrazione dieci volte superiore al limite consentito.
Aveva partecipato al concorso della municipalizzata che gestisce il servizio idrico a Palermo, sperando di ottenere un posto fisso. L’esito sarebbe arrivato presto, ma Pino La Barbera non lo conoscerà mai.
La Cisal ha indetto uno sciopero di 4 ore per oggi 7 maggio
“I tragici eventi di Casteldaccia, nel
Palermitano, che hanno visto cinque lavoratori perdere la vita e un
sesto in gravi condizioni, non possono restare senza conseguenze. Per
questo la Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero
generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno
di lavoro, mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura
di Palermo”.
Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Gianluca Colombino di
Cisal.
“La sicurezza sul lavoro in Italia è un’emergenza nazionale e come
tale va affrontata, in modo certo e risoluto – continuano Badagliacca
e Colombino -. Chiediamo che le istituzioni si facciano carico di
misure immediate e questa volta realmente efficaci: non è pensabile
che chi esce la mattina da casa per andare al lavoro poi non vi faccia
ritorno. E’ ora di voltare pagina, basta morti bianche”.
Giuseppe Miraglia preparava la comunione della figlia
Un altro dei tre operai deceduti della ditta Quadrifoglio che non è riuscito ad uscire dalla stazione di sollevamento delle fognature dove l’aria era satura di veleno, è Giuseppe Miraglia. Aveva 47 anni. Per lui i prossimi giorni sarebbero stati frenetici ma al tempo stesso gioiosi. Avrebbe dovuto festeggiare domenica prossima la comunione della figlia a San Cipirello, non lontano da Partinico.
Tutto il paese lo sapeva, e i preparativi per la grande festa erano in corso. “Contava i giorni – racconta un’amica – Come si fa a morire così, in una giornata di lavoro come un’altra». Miraglia era inquadrato come manovale edile di primo livello. Ed alcuni colleghi si disperano: “Una persona con il suo profilo non doveva nemmeno entrare nella vasca interrata dell’impianto di sollevamento delle acque reflue”.
Roberto Ranieri aveva festeggiato il diploma al conservatorio della figlia
Roberto Ranieri, 51 anni, era originario di Alcamo, nel Trapanese. Era così legato alla ditta Quadrifoglio ed al suo lavoro che su Facebook pubblicava le foto dei nuovi mezzi. “Sono già stanco del mio – scriveva con divertita ironia nel commento delle foto del grande camion – proprio questo altro ‘coso’ ci voleva”.
Il suo lavoro era la sua gioia: grazie a questo era riuscito a far studiare la figlia Chiara, che un anno fa si è diplomata al conservatorio di musica. Scriveva Ranieri “Orgoglioso di te”, commentando la foto della ragazza sorridente con la corona d’alloro in testa e un bicchiere pronto per il brindisi. Grande tifoso del Milan, era tutto casa e lavoro. I soldi che guadagnava li spendeva per la moglie e i due figli. Ogni occasione doveva essere celebrata: compleanni, anniversari, feste di famiglia. Le foto del suo profilo Facebook lo raccontano, accompagnate sempre da messaggi d’affetto. “Buon compleanno a te che sei speciale, auguri papino mio”, è uno degli ultimi messaggi lasciati sulla bacheca virtuale dalla figlia Chiara.
Chi erano Giordano ed Alsazia
Il terzo dipendente della Quadrifoglio era Ignazio Giordano, 57 anni, originario di Partinico, come il socio e contitolare della ditta, Epifanio Alsazia, che avrebbe compiuto 71 anni la settimana successiva.
Alsazia aveva un figlio carabiniere nella compagnia di Partinico e una nipote adolescente nella squadra locale femminile di basket. L’imprenditore era molto conosciuto nella sua zona. Aveva investito tutto nella Quadrifoglio e per lui l’appalto che aveva ottenuto con l’Amap per la manutenzione della rete fognaria “era motivo di orgoglio”. A oltre settant’anni lavorava ancora ed è morto con i suoi operai.
D’Aleo è sotto shock, Sciortino lievemente ferito
I loro nomi sono stati gridati invano da Giovanni D’Aleo, anche lui lavoratore interinale dell’Amap. Lui è rimasto sul luogo dell’incidente e poi trasferito in stato di shock nell’ospedale vicino di Termini Imerese, e da Paolo Sciortino, ferito lievemente e anche lui sotto osservazione in ospedale. I due, che erano fuori con gli escavatori, sono riusciti a salvarsi per un soffio. Hanno provato a salvare gli altri, ma quando li hanno visti crollare uno dopo l’altro, hanno capito che l’unica cosa da fare era fuggire.
CGIL CISL UIL “SGOMENTI E SCONVOLTI, SIA FATTA CHIAREZZA”
OGGI 7 MAGGIO QUATTRO ORE DI SCIOPERO GENERALE E UN SIT IN
DAVANTI LA PREFETTURA DI PALERMO DALLE ORE 9
“Siamo sconvolti, proviamo un senso profondo di dolore e di sconfitta ogni volta che accadono questi gravissimi episodi, e oggi ad essere sconfitto è tutto il sistema che dovrebbe occuparsi della prevenzione e della tutela della salute dei lavoratori. Il mondo del lavoro palermitano paga oggi un altissimo e carissimo prezzo nella battaglia per la sicurezza sul lavoro. Non possiamo credere che altri cinque lavoratori stasera non faranno rientro a casa, questa tragedia immane ci lascia sgomenti”. Ad affermarlo sono i segretari generali di Cgil Cisl Palermo, Mario Ridulfo, Leonardo La Piana e per la segreteria Uil Sicilia Ignazio Baudo, che annunciano cosi la prima reazione dei sindacati confederali, che sarà lo sciopero generale per le prime quattro ore ad inizio turno dei lavoratori del territorio palermitano per la giornata di domani, e un sit in che si terrà contestualmente dalle 9 davanti la Prefettura in via Cavour a Palermo. E’ stata dunque la decisione assunta dai sindacati confederali, dopo aver appreso della strage di Casteldaccia in cui cinque operai, di cui uno interinale di Amap e quattro di una ditta esterna in appalto di Partinico, sono morti perché rimasti intrappolati nei cunicoli dell’impianto di sollevamento delle acque reflue dell’Azienda municipale acquedotti. Un altro risulta gravemente ferito. “Viviamo con le loro famiglie ore di angoscia e disperazione, chiederemo a gran voce che venga fatta chiarezza sulla dinamica, come siam certi si stanno gia adoperando le forze dell’ordine e la magistratura per capire se questa assurda immane tragedia poteva essere evitata. Ogni azienda ogni realtà produttiva, deve porre come prioritaria rispetto a qualunque altro obiettivo la vita dei lavoratori”. Cgil Cisl Uil aggiungono: “Da Palermo si alzi il grido: istituzioni e società civile devono unirsi in una battaglia comune perché, finché ogni lavoratore che non fa rientro a casa, il sistema lavoro non sarà mai degno di un Paese civile. Serve dialogo fra tutte le realtà coinvolte, servono controlli continui e a tappeto, vigilanza sul sistema degli appalti, puntare sulla formazione dei lavoratori ma anche dei giovani fin dal percorso scolastico perché si tratta di affermare un principio base, la prevenzione è anche un fatto culturale che tutti devono porre come priorità”.
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