La donna ha portato con sé in banca lo zio in sedia a rotelle, per richiedere un prestito di 3.000 euro, per il quale serviva proprio la firma del parente. Tuttavia, c’era un dettaglio inquietante: lo zio non si muoveva, la testa gli pendeva all’indietro. Nonostante ciò, Erika lo spronava: «Zio, dai, devi firmare».
Quando qualcuno le faceva notare che qualcosa non andava, lei rispondeva: «Ma no, lui è così». La tragica scoperta è stata che il 68enne, che avrebbe dovuto apporre la sua firma sui documenti, era in realtà morto. Questo episodio ha portato all’accusa di frode e vilipendio di cadavere nei confronti di Erika.
Le indagini continuano per chiarire se altri membri della famiglia siano coinvolti in questa strana vicenda. L’avvocato di Erika ha sostenuto che lo zio era ancora vivo quando sono arrivati in banca, ma le analisi del medico legale hanno dimostrato il contrario: l’uomo era già morto da alcune ore.
Una storia davvero inquietante e fuori dal comune.
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