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Dismesso il vecchio cimitero degli animali che fino a qualche anno prima della costruzione del nuovo carcere era ubicato nella zona detta dei Cavallacci, si dovette pensare ad una soluzione alternativa.
Era infatti ancora alta la mortalità per malattie negli allevamenti del territorio per cui, come ci riporta il documento che qui vedete in foto, nel 1922 ne era già stato predisposto un altro.
Il manifesto che reca la data del 1° maggio ci riferisce del fatto che il luogo individuato per far fronte a tale esigenza, era la foce del fiume San Leonardo.
Questo documento ci conferma peraltro che rispondevano al vero i racconti di tanti anziani jardinara, frequentatori di quella zona, che ancora fin oltre gli anni sessanta del novecento, asserivano di vedere spesso affiorare dal terreno ossa di animali proprio nella zona prossima al mare poco oltre il ponte della ferrovia.
CONTENUTO A CURA DI NANDO CIMINO
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