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Cosa si faceva per le strade, come si comportavano i nostri antenati, quali erano le loro abitudini? Bene a tutto ciò troviamo qualche spiegazione attraverso alcuni articoli di un regolamento comunale del 1910, in cui si vietavano espressamente delle pratiche, che evidentemente dovevano essere usuali, e che ci fanno perciò il resoconto di uno spaccato di vita popolare di quei tempi.
I nostri antenati a quanto pare amavano accumulare sporcizie davanti alle proprie abitazioni; infatti in uno degli articoli è così scritto: “E’ vietato di tenere accumulati letame e altre materie fetenti nei cortili, nelle stalle e nelle case….come pure di dare scolo nel suolo a cessi ed acque fetide….” – Che dire poi di quanti imbrattavano muri e rompevano panchine, e che avevano consigliato i nostri amministratori a scrivere pure che: “……Cade in contravvenzione colui che arrechi guasti o imbratti in qualunque modo edifici pubblici e privati….che danneggi i sedili e gli alberi delle passeggiate; che sradichi le piante…come pure chi si sdrai e dorma sul suolo pubblico o soddisfi bisogni corporali fuori dai luoghi destinati a tale uso….”
Insomma a giudicare dalla “necessità” di emanare tali regolamenti, evidentemente non tutti i termitani si comportavano da cittadini modello. Un’altra pratica di cui anche io ho ricordi, e che era in uso ancora fin negli anni sessanta del novecento, era quella di allevare animali in casa.
Ed infatti anche in questo caso, e sempre nel 1910, il regolamento comunale così prescriveva: “….Non è permesso di allevare e tenere in città animali bovini, ovini, caprini e suini, come non è nemmeno permesso di tenere galline ed altri animali da pollaio rinchiusi in gabbie addossati ai muri delle case o di farli vagare per le pubbliche vie….”
Oggi non si allevano più galline in casa; ma si continua ad imbrattare i muri, a rompere le panchine, a sradicare le piante, e a buttare sacchetti di spazzatura in ogni dove! Insomma a quanto pare è storia vecchia e c’è ancora molto da fare.
Contenuto a cura di Nando Cimino
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