Anticamente, quando per la sua eccessiva violenza rischiava di crear danni, e i viddani non potevano andare in campagna, provavano a calmarlo con particolari riti scaramantici e scongiuri.
E così non era raro vedere qua e la qualcuno che alzando verso il cielo un grosso bastone, proprio rivolto al vento, e come a volerlo minacciare, gridava ripetutamente: “Vatinni arrassu brutta bestia”!
Spesso ci si rivolgeva pure a qualche santo che si riteneva utile allo scopo; e d’altronde si sa: “A ura di bisognu tutti i santi aiutinu”.
Ecco quindi che nel nostro caso veniva “scomodato” u Biatu Austinu o ancor di più Sant’Antonio di Padova; riconosciuto proprio come santo protettore contro il vento e le tempeste. E così, quando la situazione era critica e lo scirocco non ne voleva sentire d’abbacari, ecco che un qualche gruppetto di viddani con mogli al seguito, si riuniva proprio nello spiazzo della chiesa per rivolgersi in preghiera al Santo.
“Sant’Antuninu carmati stu ventu, cu l’ogghiu santu du Sacramentu; Sant’Antuninu protetturi, luntanu di ccà l’aviti a mannari”
L’orazione veniva ripetuta più volte; e alla fine si concludeva con la recita del Padre Nostro e del Credo.
Contenuto a cura di Nando Cimino
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