Per qualcuno sono cronaca del passato le rivendicazioni di libertà, di scelta sessuale e di parità di genere, la possibilità di scegliere il proprio lavoro, il ruolo sociale e politico nella società. La cronaca nera e poi quella politica ed ecclesiale sono sotto gli occhi di tutti, i social in continuazione ci inondano di notizie e rivendicazioni che di fatto ci dicono che al pari della crisi economica e morale, della guerra e dei flussi migratori quella della donna rimane una questione “aperta” o meglio “insoluta”…
Papa Francesco in continuazione si sforza di richiamare fra gli altri argomenti, nel cammino sinodale che la Chiesa è chiamata a realizzare per vivere nella realtà odierna il Vangelo come parola di vita, la marginalità che la donna riveste in tutti gli organismi-ambiti decisionali e pastorali. E il chiamare a ruoli di una certa importanza negli organismi della Curia romana, alcune donne, non sembra essere stare recepita come “norma” dal resto della stessa Chiesa e dai Vescovi. Rimane la “spinta dal basso” che, non trova risposte valide, nel migliore dei casi solo promesse…
Così la politica, dopo la novità storica di un capo del governo donna, a cui tutti hanno applaudito, salvo dimenticare poi che la Meloni avendo una figlia se la porta dietro anche in occasioni ufficiali, gridando alla scandalo. Evidentemente preferiamo le nutrite delegazioni di politici, tecnici e accompagnatrici…. Lo spazio in cui le donne hanno responsabilità nel mondo della politica sono molto ristretti e di fatto costituiscono delle eccezioni e non la normalità come avviene in altri Paesi ormai da decenni… Infatti la stessa vittoria di Elly Schein alle primarie del maggiore gruppo politico dell’opposizione è stata vista e letta come frutto di macchinazioni e complotti, trascurando di presentare il profilo e il valore della persona, come anche le prospettive politiche di tale elezione.
Di fatto lo stato sociale in Italia pesa sulla donna che, come madre, operaia, imprenditrice, professionista porta il peso e la responsabilità di garantire servizi e supplire all’assenza di politiche sociali degne di tale nome. Per poi essere discriminata, emarginata, dimenticata nei meandri dell’ipocrisia e della retorica, dei ruoli atavici e disumani in cui la si vuole mantenere.
Se nel nord Italia lavora una donna su due, nel meridione meno di una su tre. E se lavora, non viene retribuita quanto l’uomo, anche svolgendo le stesse mansioni. Anche l’evasione scolastica che, sembra non interessare nessuno, nel meridione d’Italia è di fatto, una vera piaga sociale che vede le ragazze private della possibilità di una formazione culturale che le possa sottrarre da ruoli di dipendenza dalla famiglia e dal proprio uomo.
Più che una festa, dovrebbe essere, quindi un’esame di coscienza da parte di tutti, nessuno escluso perché come desideriamo, dalle parole si passi ai fatti, dalla retorica alla presa di coscienza che, senza il riconoscimento della dignità la donna anche l’uomo non realizza se stesso. I diritti delle donne devono essere condivisi e vissuti come un completamento di tutto quello che rende l’armonia del creato, la pace sociale, il futuro dell’umanità in cui è riconosciuta la dignità e la libertà di ogni essere umano come condizione indispensabile di vero sviluppo nella giustizia e nella legalità.
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