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Strage Altavilla Milicia, Procuratore Termini Imerese: “Figlia superstite complice delle torture ai fratelli” I DETTAGLI INQUIETANTI

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“La superstite, la figlia primogenita, ha partecipato alle torture dei riti di purificazione. Ho trasmesso gli atti alla procura per i minorenni che ha competenza. Terribile tragedia, quando ci siamo trovati lì è stato uno strazio. Vedere i corpi in quelle condizioni è stato un dramma. Non c’è alcun motivo di enfatizzare quanto è successo. Il padre è un soggetto che da anni vive un delirio mistico dominato da una fanatica religiosità. Che pesa molto sui figli. La famiglia vive con disagio”.

Queste le parole del procuratore capo di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, riportate da Blog Sicilia (clicca qui per approfondire), durante la conferenza stampa avvenuta questa mattina nella caserma dei carabinieri di Bagheria per illustrare i dettagli del triplice omicidio di Altavilla Milicia in cui sono stati torturati e uccisi Alessandra Salamone e i figli Kevin ed Emanuel.

Per la strage sono in carcere Giovanni Barreca, padre e marito delle vittime, e una coppia di Palermo Sabrina Fina e Massimo Carandente.

“Le torture fisiche sono iniziate l’ultima settimana da quando i ragazzini non sono andati a scuola. La madre è stata uccisa prima, forse, perché si sarebbe opposta alle torture ai propri figli”, ha aggiunto Ambrogio Cartosio.

Cartosio ha proseguito svelando altri dettagli: “Il rito collettivo era iniziato da un mese. I cinque erano coinvolti in un delirio mistico. La coppia di palermitani dal mese di gennaio ha una frequentazione assidua”.

“La coppia dei palermitani era in casa al momento del triplice omicidio. La villetta era frequentata solo dai due familiari oltre ai familiari”. Lo ha detto il pubblico ministero Manfredi Lanza che insieme al procuratore capo Ambrogio Cartosio che hanno coordinato le indagini sul delitto di Altavilla nel quale Giovanni Barreca è accusato di aver ucciso la moglie Antonella Salamone e i figli di 16 e 5 anni Kevin ed Emanuel nel corso di un esorcismo, e i suoi due complici Sabrina Fina e Massimo Carandente.

“I due conviventi sono stati fermati a Palermo la mattina dell’11 febbraio all’interno della loro abitazione dove sono arrivati il 10 febbraio”. A rivelare il dettaglio il comandante della compagnia di Bagheria Francesco Battaglia.

“Giovanni Barreca e i due conviventi Sabrina Fina e Massimo Carandente si sono conosciuti sui social network”. A dirlo è Manfredi Lanza pubblico ministero di Termini Imerese.

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Redazione

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