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Il Carnevale Termitano prima del 1876

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C’è una data, ed è quella del 1876, che per la storia del Carnevale Termitano è da considerarsi una vera e propria pietra miliare. In quell’anno infatti, per dare ulteriore sviluppo a questa ben più antica tradizione, si decideva di fondare anche nella nostra città una “Società del Carnovale”.
Che a Termini il carnevale esistesse già, lo certifica la stessa associazione che nel suo primo manifesto scrive augurandosi che: “…l’indita guarnigione e il folto pubblico si godano il Carnevale più allegramente di quel che non si è fatto negli ANNI PASSATI…” –
Quindi già nel 1876 il Carnevale Termitano aveva un suo passato. Ma entriamo nel dettaglio; e vediamo, attraverso i documenti, di immaginarne alcuni aspetti. In una delle tante carte del settecento, è per esempio descritta l’usanza di fare scorta di carne di maiale nelle settimane che andavano da Natale a Carnevale; periodo in cui per solennizzare la festa, evidentemente il consumo aumentava. Altri documenti, sempre del settecento, ci raccontano che nel reclusorio di San Pietro che ospitava le fanciulle povere della città, si prendevano provvedimenti straordinari per (test.) “…il ristoro delle donzelle durante le feste di carnovale…
– Identica cosa si trova in un altro testo nel quale si dice che, sempre in occasione delle feste di carnevale, si autorizzavano pasti più abbondanti a beneficio dei “…carcerati di Termini”.
Quindi, anche nel settecento, nella nostra città di carnevale se ne parlava e come. Altra attestazione la ritroviamo in un manoscritto del canonico Don Giò Andrea Guarino che così riporta: “…li fratelli della detta Congregazione di Gesù e Maria…andavano processionalmente per la Città in abito di penitenza né tempi di Carnovale…”
– C’era quindi a Termini pure una confraternita che durante il periodo di Carnevale usciva in processione utilizzando strumenti di penitenza. Certo era questa una prassi che rientrava fra le usanze della chiesa cattolica del tempo; ma ciò avveniva essenzialmente laddove maggiori erano le licenziosità del popolo e l’euforia della festa. – Ma vediamo ancora un altro documento che stavolta fa riferimento all’anno 1800 e che ci da testimonianza del fatto che anche allora si tenessero a Termini feste organizzate, ed addirittura all’interno del palazzo comunale. Il documento di cui vi parlo ci dice che allo scopo di organizzarvi feste di carnevale, i giurati mettevano a disposizione la sala grande del comune, di fatto patrocinando la manifestazione.
Vi riporto in merito un passaggio del documento stesso nel quale il sindaco così scrive:
“…avendomi portato nel solito luogo delle adunanze civiche che è la Casa Giuratoria, trovai il salone della stessa occupato dalli preparativi alle recite comiche che stan in questo salone facendo alcune persone civili ai quali fu da questi giurati ivi dato luogo per tali recite. Non mi recò punto di meraviglia essendo cosa solita darsi detto salone a tale oggetto….(prosegue con altre pagine)…..avendo intanto noi con rincrescimento inteso che si sia applicata cotesta Casa Giuratoria ai divertimenti del Carnovale….”
In pratica il sindaco protestava perché gli organizzatori della festa di carnevale, che si era soliti ogni anno organizzare, avevano occupato tutte le stanze del palazzo di piazza Duomo impedendo lo svolgersi di qualsiasi attività amministrativa. Come si vede quindi il Carnevale Termitano, pur se magari non ancora strutturato, era comunque ben vivo e vegeto già nel settecento. E perciò la successiva nascita della “Società del Carnovale” del 1876, così come peraltro era avvenuto due anni prima anche a Palermo, per la nostra città altro non fu che la logica conseguenza di un percorso già da tempo in atto.


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Redazione

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