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I testi e la musica sono curati da Daria Grillo al flauto, Stella Maria Calderaro al violino, Gloria Liarda alla chitarra. Una serata piacevole e commovente, quella del 27 gennaio pomeriggio al Cinema Cristallo di Polizzi.
Un contributo ed un gesto di ampio raggio sociale ed umanitario che vanno ad imprimere un’ulteriore impronta in un nuovo terreno fertile utile ad essere seminato di valori consolidati d’amore e solidarietà che vanno a preparare un’ umanità migliorata, sensibile aperta ad accogliere anche la diversità.
«Non è solo un’immagine di ricorrenza il ricordare Auschwitz – afferma Gandolfo Librizzi, sindaco di Polizzi – Questa giornata serve per incidere costantemente sui nuovi animi il valore immenso da saper intendere per la vita e la dignità di un altro uomo».
Ed è vero in quanto “Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”, scriveva Anna Frank fra le sue memorie.
Un antisemitismo che ha acceso vampate di ferocia, roghi ardenti di pazzie tra uomini, ha creato solchi su solchi profondi. Che uomini sono stati questi volti sfortunati, martiri dell’ ira abominevole, impotenti nel poter salvare ciò di più prezioso: la loro vita, quella dei propri cari. È una grande riflessione di sofferenza su cui soffermarsi.
Un sentirsi in bilico nell’ impotenza, nella disperazione del non poter vivere la quotidianità, e la possibilità d’immagare il futuro, ma di vedere scene di morte. La disperazione. Il tormento. L’orrore. La fine.
Non ci sarebbero dovuti essere seguaci, né consensi a tale possibilità di immortalare tanto potere concesso. Un popolo non accetta, tollera determinate condizioni, ideologie malsane, nocive per altri uomini.
Non sarebbe mai dovuto esordire un movimento politico diretto all’esaltazione demagogica delle qualità e capacità delle classi popolari, né un atteggiamento o prassi politica che mira a rappresentare il popolo e le grandi masse esaltandone valori, desideri, frustrazioni e sentimenti collettivi o popolari per screditare, per limitare una vita scegliendo con un sì o con un no chi è degno di restare in questo decretando un vivere o un morire. Non esiste e non esiterà mai un popolo fatto di migliori, né uno che possa stabilire la durata della vita di qualcuno.
Il 27 gennaio 1945, la fine di un orrore
Una sofferenza mai dimenticata. Una delle dimostrazioni della cattiveria senza misura, perversa, cieca d’ umanità. Si aprono finalmente i cancelli di Auschwitz ma non furono in realtà mai chiusi. Quelle sbarre non videro forse mai, davvero l’ombra.
L’episodio di Auschwitz non rimane isolato ma ricorre sempre tutte le volte che si ha un atteggiamento di superiorità, di prepotenza; tutte le volte che si fanno degli abusi, che ci si sente migliori di un altro, tutte le volte che si prevarica, che s’ ingiuria, che si cerca di predominare, di sottomettere qualcuno; tutte le volte che si vuole esercitare un potere che possa subordinare, limitare, sminuire, schiacciare, quando si mette da parte qualcuno e lo si vede diverso; quando si mette al margine, si offende; quando si stritola la dignità di un altro uomo, è uno scricchiolìo continuo di quel cancello che resta aperto.
Quell’ombra di storia che sempre si riflette. Nel momento in cui si vive in orizzontale e non seguendo un ordine verticale, ci sarà un modo di vivere volto ad un andare avanti ampliato alla costruzione operosa ma se non si fissano caratteri lineari, non ci sarà mai spazio per fissare buone funi al domani che possa consentire un futuro solido e fruttuosamente stabile aperto alla positività, rete di sviluppo finalizzato al bene civile. Va tramandata la storia ai giovani ma va insegnato a non tesserne nessun filo. A non rifletterne le trame.
Il messaggio di Polizzi Generosa
«Aiutate a vedere con sguardi più profondi, a non limitare, condizionare giudizi, pensieri. Insegnate solo il giusto che c’è da sapere e fate in modo che il loro giudizio, parere, non sia conforme al vostro. Accettate invece, che per certi versi se ne distacchino. Aspettatevi pareri opposti affinché si consolidi una propria ragione. Fate in modo che essi si confrontino con giudizio col resto del mondo e poi siano capaci d’ innalzarsi alti e fieri come aquile».
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