La nuova sede sarà allogata presso l’antico Collegio dei Gesuiti (fondato nel 1620), nell’attuale via Roma, che sino a qualche decina di anni fa è stato sede del Tribunale, della Corte d’Assise e del Giudice Conciliatore (oggi Giudice di Pace).
La sezione dell’Archivio di Stato fu istituita con decreto ministeriale del 31 luglio 1970, mentre era sindaco l’avv. Ignazio Mirabella. Conserva diversi fondi archivistici del territorio, fra cui l’archivio notarile del distretto di Termini Imerese e quelli delle Corporazioni soppresse, provenienti dall’Ufficio del Registro.
Vi si conservano, inoltre, gli atti del vice portulano, il cui compito era principalmente quello di sovrintendere al porto ma anche la vigilanza sul mercato dei cereali (la funzione è stata soppressa nel 1824), e della Sottoprefettura (le sottoprefetture, soppresse nel 1927, erano presenti nel comune capoluogo di distretto) di Termini Imerese.
Gli atti notarili sono quelli dei Comuni del distretto e cioè: Alia, Alimena, Altavilla Milicia, Baucina, Bompietro, Caccamo, Caltavuturo, Castelbuono, Castronovo di Sicilia, Cefalù, Cerda, Ciminna, Collesano, Gangi, Geraci Siculo, Gratteri, Isnello, Lascari, Lercara Friddi, Montemaggiore Belsito, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Pettineo, Prizzi, Pollina, Roccapalumba, San Mauro Castelverde, Sciara, Sclafani Bagni, Termini Imerese, Trabia, Valledolmo, Ventimiglia di Sicilia, Vicari, Villafrati e Villaurea.
Le Corporazioni religiose sono di: Caccamo, Caltavuturo, Reitano, Sclafani Bagni, Termini Imerese.
Nella Sezione dell’Archivio di Stato, infine, si trovano: miscellanea di corporazioni religiose diverse e archivi diversi, quali quello della non più esistente “Clinica De Luca”, nell’attuale via Vittorio Emanuele III a Termini Imerese.
L’iniziativa di trasferire la Sezione dell’Archivio di Stato nell’ex Collegio dei Gesuiti fu avanzata dallo scrivente e accolta prontamente dal direttore dell’Archivio di Stato di Palermo. Anche il presidente del Tribunale, Leonardo Guarnotta, si disse pienamente favorevole e, tenuto conto che gran parte dei locali erano occupati da documentazione di competenza degli uffici giudiziari (in primo luogo i duplicati dei registri anagrafici dei Comuni del distretto), costituì un’apposita commissione, presieduta da un magistrato, con l’incarico di curare lo “svecchiamento”, inviando al macero quanto non era più necessario conservare.
Il problema, tuttavia, non era di facile soluzione, per i notevoli investimenti necessari per realizzare le opere di straordinaria e ordinaria manutenzione. Infatti, il grande immobile, che dopo la soppressione della Compagnia di Gesù, nel 1767, aveva mantenuto l’antica funzione didattica e, in ultimo, aveva ospitato il Liceo, la Regia Scuola Tecnica, gli uffici giudiziari e la Biblioteca “Liciniana”, era stato carente di cure e di adeguata manutenzione. Si pensi che le udienze del giudice conciliatore venivano tenute nello splendido oratorio, un gioiello del barocco.
La burocrazia è lenta, ma quando ci sono le persone giuste a gestire i problemi, è questione di tempo e si raggiungono gli obiettivi.
Infatti, confortato dalla disponibilità espressa, fin dalla prima decade del Duemila, dall’Amministrazione comunale di cedere i locali di sua proprietà, la direzione dell’Archivio di Stato di Palermo ha continuato a sollecitare il competente Ministero, affinché fossero reperite le risorse economiche necessarie per realizzare le notevoli opere di ristrutturazione e di manutenzione conservativa.
Finalmente, grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), approvato dall’Italia nel 2021 per rilanciare l’economia dopo la nefasta pandemia da COVID, il Ministero della Cultura ha avviato i lavori, dopo avere ottenuto in concessione dal Ministero dell’Economia e delle Finanze – Agenzia del Demanio, per un periodo di 99 anni, la disponibilità della quota dell’immobile appartenente allo Stato. Anche il Comune di Termini Imerese ha ceduto, alle stesse condizioni, la propria quota
I lavori vanno avanti celermente e la ditta incaricata procede con professionalità e impegno. Ancora dovranno passare molti mesi, ma il sogno si realizzerà, ricostituendo nell’antica “strata o’ Colleggiu” un polo di studio e di cultura pari, anzi superiore, a quello fondato dai Gesuiti e mantenuto, dopo il loro allontanamento, dall’avveduta volontà degli Amministratori comunali fino ai primi del Novecento.
È vero che, come nella coltivazione della terra, qualcuno semina e le generazioni successive raccolgono i frutti. Ma l’agricoltore che semina, in cuor suo, è orgoglioso della sua opera e di avere contribuito al benessere delle future generazioni.
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