Quanto vi scrivo è ripreso da una lettera dell’epoca, e non è la sola relativa alla vicenda, dove così si legge: “ll collega Carusi mi ha trasmesso per competenza la tua raccomandazione pel favorevole accoglimento dei voti dei commercianti ed industriali di Termini Imerese intesi ad ottenere l’approdo obbligatorio in quello scalo dei piroscafi della linea commerciale Fiume-Genova-Marsiglia esercitata dalla società “Adria”...
La richiesta venne sostanzialmente accolta; ciò avveniva infatti ogni qualvolta nel nostro porto si fosse raggiunto un nolo netto di 2.500 lire.
Questa lettera recava la data del mese di ottobre del 1924; ma, attraverso la lettura di altre carte sciolte, ben si comprende che l’avere un porto efficiente con grandi navi che vi facessero sosta, era divenuta una vera e propria necessità per lo sviluppo economico della città.
Infatti, anche in anni successivi, ulteriori documenti trattano dello stesso problema; e vi si trovano annotati pure i nomi di vari industriali termitani che, anche a difesa del posto di lavoro dei propri dipendenti, invocavano investimenti sul porto.
Tra questi, i più impegnati per il raggiungimento di tale scopo erano Michele D’Asaro di Francesco, Ignazio Caruso & F., i F.lli Palmisano di Lorenzo, Antonino Arrigo & Figli e Giuseppe Di Cola. Inutile dire che anche altre aziende avrebbero beneficiato di un porto efficiente; non ultima la ditta Mormino Pasquale e Figlio che, come sempre si legge in documenti d’epoca, oltre a lavorare lo zolfo, esportava sommacco, olio, pesce salato, nocciole e pistacchio.
Ma, a metà degli anni 20, a favorire il potenziamento del porto di Termini Imerese attraverso l’arrivo di navi più grandi, fu il deputato nazionale Alfredo Cucco.
Cucco, nato a Castelbuono nel 1893, era in quegli anni un personaggio di spicco della destra italiana; eletto nelle liste del Movimento Sociale Italiano. Il professore, come tanti lo chiamavano, proprio in quel periodo era anche membro del Gran Consiglio del Fascismo e Sottosegretario alla Cultura Popolare nella Repubblica Sociale Italiana; e quindi a lui si raccomandarono in più occasioni i nostri amministratori.
Egli si dimostrò molto sensibile alle problematiche termitane, ed in particolare proprio a quelle relative al commercio e perciò al porto. Alcuni anni dopo la sua morte, avvenuta a Palermo il 21 gennaio del 1968, Termini Imerese, riconoscente, gli volle intitolare una strada. Non so dirvene il perché; ma successivamente, a quella via che si trovava nella zona del Mazzarino, venne cambiato il nome. La strada oggi si chiama via Cosimo Di Lisi; e Alfredo Cucco scomparve dalla nostra toponomastica, così come un pezzo della sua storia politica legata proprio a Termini.
A cura di Nando Cimino
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