Caccamo Vittorio La Rosa: il ricordo dell’amico Nino Scorsone

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Per molti anni credo di essere stato uno dei pochi artisti fortunati che ha avuto il privilegio di lavorare con il Grande e Unico Vittorio.

 Ero sempre al suo fianco per personalizzare, con le mie interpretazioni, le mie composizioni e le mie trascrizioni musicali, spettacoli ed eventi di particolare rilevanza artistica, tra i quali le sfarzose e stupende edizioni della Castellana di Caccamo.

Minuti, ore, giornate e lunghe nottate insieme dedicate alle stesure e alle impaginazioni dei numerosi copioni che mi consentivano di entrare nella sua esplosiva ed infinita genialità, capace di progettare meravigliose scenografie caratterizzate e guidate da un’attenta e minuziosa regia.

Grazie alla sua professionalità e alle nostre indimenticabili collaborazioni ho avuto diverse occasioni di crescita.

Lo osservavo costantemente con ammirazione e mi congratulavo spesso con lui, specie quando nel suo perseverare riusciva a raggiungere gli obiettivi prefissati. 

Quanta passione, determinazione e quanto instancabile dinamismo nel concretizzare tutte le sue brillanti intuizioni, anche quelle apparentemente assurde e quasi impossibili.

Ricordo, con velato sorriso, che ad ogni suo progetto rimanevo basito e puntualmente pronunciavo la frase: «Vittorio…è difficile poter realizzare tutto questo», e la sua risposta, senza mai esitare più di tanto, era sempre la stessa: «Nino…si può fare».

Con il suo irrefrenabile entusiasmo riusciva a coinvolgere professionisti e non di ogni settore, cercando sempre di mettere in risalto le risorse locali delle varie comunità: compagnie teatrali, cantanti, cori, bande musicali, artisti di strada, corpi di ballo, gruppi scenografici, tecnici, costumisti, associazioni folkloristiche, associazioni turistiche, gruppi religiosi, enti locali, amministrazioni politiche provinciali, regionali e nazionali.

Sempre alla ricerca di nuovi e meravigliosi paesaggi, nell’attenta prospettiva di mettere in risalto la storia e la naturale bellezza dei luoghi.

Grande esperto di arte, di luci e colori, Vittorio mi ha reso anche partecipe della sua scrupolosa passione fotografica, mostrandomi una piccola parte del suo infinito archivio caratterizzato da immagini in digitale, da pellicole a colori, in bianco e nero e da suggestive diapositive che custodiva gelosamente.

Ho vissuto davvero tantissime emozioni con Vittorio, ma la più significativa risale al giorno del conseguimento della mia laurea in composizione, esattamente 8 Aprile 2017, quando al conservatorio di musica A. Scarlatti, grazie soprattutto al suo incoraggiamento e alla sua impeccabile regia, insieme a strumentisti, orchestre, cantanti, cori, corpi di ballo, comparse, librettisti, narratori, costumisti e altre personalità del mondo dello spettacolo riuscimmo a mettere in scena la mia opera teatrale “La congiura dei Baroni ” ispirata alle vicende del noto personaggio storico Matteo Bonello.

Grazie a Vittorio ogni realtà artistica amatoriale e professionale riusciva ad essere coinvolta, ad esibirsi, a recitare e ad interpretare con orgoglio.

Con umiltà e con sentito rimorso mi chiedeva sempre di attenzionare i vari copioni di tutti gli eventi che abbiamo curato insieme per poi magari integrarli con delle parti o scene specifiche nel tentativo, quasi categorico e doveroso, di coinvolgere quante più persone possibili e non lasciare nessuno fuori.

E adesso che dire…potrei continuare per tante altre righe o per tante altre pagine ancora, perché oltre a quanto già detto avrei altre bellissime esperienze da raccontare ricordando ogni attimo vissuto con te, carissimo Vittorio. Con entusiasmo, esperienza, passione e professionalità mi hai trasmesso gli inestimabili valori della storia, della cultura e delle tradizioni.

Ho sempre creduto nella mia professione e con te ho avuto l’opportunità di osare, di esplorare, di andare anche oltre i miei umili confini e, con incredulo stupore, sorprendermi.

Hai preso me, il mio mondo, la mia professione e la mia arte e li hai guidati in quei sentieri quasi impossibili che conducono dentro il magico universo delle ambizioni, dove ancora ascolto l’eco della tua eterna voce sussurrarmi: «Nino…si può fare».

 

Nino Scorsone
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