Termini Imerese era il “giardino di Sicilia”

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C’è stato un periodo storico, purtroppo ormai lontano, in cui la città di Termini Imerese era considerata il “Giardino di Sicilia”.

Molto fiorente era infatti l’agricoltura; e ortaggi e frutta, prodotti in gran quantità nelle nostre campagne, erano conosciuti e apprezzati nella intera regione ma anche nel continente. Quanto vi affermo lo si deduce da una nota della nostra amministrazione comunale del 1903, ovvero di 100 anni fa, indirizzata alla direzione delle Ferrovie dello Stato; con la quale si chiedeva di ripristinare in un adeguato orario il servizio merci da Termini Imerese per Licata e Catania.

In particolare veniva testualmente lamentato che: “….con la impossibilità delle spedizioni della frutta si porterebbe un colpo gravissimo all’agricoltura (termitana n.d.a.) e a quasi tutto il paese agricolo che vive principalmente con la produzione della frutta….”
In un analogo registro di qualche anno prima era pure riportato che: “ La frutta di questo comune trova il maggiore sbocco in Sicilia a Catania, Siracusa, Licata, Girgenti, Caltanissetta, Trapani e Messina, e nel continente nelle Calabrie e a Napoli…”

Praticamente si evince che l’intera Sicilia, e non solo, consumava ortofrutta proveniente dalle campagne di Termini Imerese; e che l’agricoltura era il principale sostegno economico della città che, in quegli anni, aveva una popolazione di poco superiore ai 20.000 abitanti – Per la distribuzione e il commercio locale era molto attivo anche “u scaru” che si trovava nella parte bassa di Termini.

Qui veniva portata tutta la merce che era affidata ai concessionari che, a tale scopo, occupavano delle capanne che erano state loro assegnate dal comune. Un registro del 1892 che ho scovato sempre tra le vecchie carte che si conservano nella nostra Biblioteca Liciniana, riporta i nomi di tutti coloro che ne erano concessionari e che qui vi trascrivo.

Si trattava dei signori: Pace Salvatore, Conticelli Lorenzo, Demma Luigi, Di Stefano Antonino, Pizzuto Cosimo, Cosentino Mariano, Lanzarotta Salvatore, Zuccaro Antonino, Sgarlata Giuseppe, Badalì Antonino, La Manna Francesco, Crisanti Cecilia, Russitano Nicolò e Fratelli, Badalì Vincenzo, Pusateri Michele, Badalì Giuseppe, Geraci Vincenzo, Demma Agostino, Sodaro Giuseppe e Sodaro Cosimo. Erano in tutto 21 e la concessione veniva rinnovata ogni cinque anni.

A cura di Nando Cimino
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