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Conoscere davvero la povertà, tutti gli aspetti di un vivere opposto al nostro, diventa il saper comprendere tutti gli aspetti più importanti della vita per darne maggiore apprezzamento e valore a tutto ciò che si ha, che spesso sembra non soddisfare pienamente. Molto spesso si cerca di altro e senza sapere nemmeno cosa. Un senso di felicità che in fondo può racchiudere tante cose se ci si pensa e se ci si sofferma sulle essenzialità che molte volte sfugge.
Vivere determinate situazioni, scoprirle davvero facendo esperienza attiva cambia e fa davvero vedere tutto sotto un altro punto di vista.
Alessio Fazio, simpatico giovane ragazzo di Gangi, fratello di Fabrizio, il un grande maestro di tamburi (clicca qui), conosciuto anche per essere un bravissimo cantante del gruppo gospel di Gangi, ha abbracciato questa persona l’iniziativa di recarsi in missione in Africa di dare il suo contributo, il suo aiuto a chi è meno fortunato.
Alessio ha vissuto da poco un periodo di sofferenza dopo la precoce dipartita della madre, probabilmente ha sentito di voler esprimere tanto amore racchiuso dentro di sé per uno scopo benefico e umanitario. Ha voluto essere utile a qualcuno che aveva davvero bisogno di più interventi ,di più iniziative libere ed umana dove essere vicini e presenti anche nelle realtà più lontane, è un gesto lodevole ed immenso, di chi ha forti sentimenti ed un cuore grande. È un poter venire incontro tendendo davvero una mano d’aiuto, ma anche, semplicemente esserci. Ad un popolo la certezza di non essere mai abbandonati e mai dimenticati dal mondo, quello che vive meglio nonostante tutto.
«Semplicità, gioia ed essenza sono le parole chiavi della missione che ho vissuto». Sono le parole chiave con cui Alessio introduce il suo racconto con cui descrive l’Africa che ha vissuto. «Da qui sono partito da solo e poi ho raggiunto gli altri 4 volontari a Vigevano (che non conoscevo).
A noi questo vivere così distante è diverso dal nostro fatto sembra essere sofferenza ma per loro quotidianità, e la loro cultura e il loro vivere a cui sono abituati. Sono nati in questo contesto che a noi magari può rattristare.
Una cosa però è pensare, immaginare, un’altra e vivere questo attraverso i propri occhi e la propria pelle»
“Ogni missione è diversa, con volontari nuovi che si affacciano al mondo della cooperazione internazionale, ed è entusiasmante constatare, che con buona volontà e spirito di adattamento, si riescono a compiere meraviglie. In questa missione abbiamo potuto, grazie al contributo di tanti che hanno creduto in noi, aiutare bambini vulnerabili ed interi villaggi in Bénin, goccia a goccia, con piccoli progetti concreti. Per Mama Yovò, ogni bambino è importante e continueremo a lavorare instancabilmente per ridare speranza in una vita migliore”. Antonella Trentin
«Andare in Africa – continua Alessio- , è stato da sempre un sogno e quest’anno, a seguito della dipartita della mia cara Mamma, ho fatto sì che diventasse realtà: è a lei che dedico questa bellissima e indimenticabile esperienza! Qui ho vissuto due settimane di sorrisi, di gioia, di emozioni forti, di semplicità ed essenza. Abbiamo visitato tante scuole e tanti villaggi isolati, un centro nascite, un orfanotrofio, una scuola per bambini non vedenti e un centro per bambini sordi – ha aggiungo Fazio -. Abbiamo fatto operare una bambina affetta da rachitismo e siamo andati a conoscere altri bambini vulnerabili, sostenuti dall’associazione.
Abbiamo distribuito loro tutto ciò che abbiamo potuto e nel dettaglio ecco di seguito la resa dei conti delle nostre attività: 800 kg di riso, 120 kg di fagioli, 200 kg di pasta, 500 euro di farmaci, 200 euro di materiale didattico per non vedenti, 300 kg di materiale vario (indumenti, scarpe, scolastico, giochi), 1 ecodoppler fetale, rifacimento tetto di una scuola materna, 500 euro per progetto pilota a sostegno future mamme, 1.180 euro per l’intervento della bimba affetta da rachitismo, 150 euro a sostegno di una bimba cerebrolesa, 150 euro a sostegno di di bambini malnutriti – racconta ancora Alessio -. La cosa che mi ha emozionato di più è stata quella di vedere apprezzare da loro le piccole cose e la serenità con cui vivono la vita di ogni giorno, nonostante le condizioni in cui si trovano rispetto a noi…Loro amano i colori, hanno degli abiti bellissimi, sono sempre felici e sorridenti nella loro semplicità! E noi, ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati? Forse dovremmo apprezzare di più tutto ciò che abbiamo, cercando di cogliere il massimo anche dalle piccole cose, e pensare a cosa, invece, (non) c’è in altre parti del mondo… Nelle mie orecchie rimbomba ancora la loro voce: “yovò yovò, mama yovò, papà yovò…” (yovò vuol dire “bianco”)».
Non sono mancati i ringraziamenti: «Grazie a Mama Yovò, Antonella Trentin, per l’accoglienza, per la fiducia e per avermi dato l’opportunità di realizzare questo mio sogno! Grazie ai miei compagni di viaggio: Claudia, Massimo e Don Paolo. Grazie a Camilla, per la grinta che ci ha dato giorno dopo giorno. Grazie ad Arsène e Firmin, i referenti locali, due persone meravigliose, che ci hanno accompagnato durante tutta la Missione! Grazie a tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita delle nostre attività e che ci hanno manifestato la loro vicinanza».
Si conclude così il racconto di Alessio che con gioia e tanto entusiasmo che ha portato con sé dall’Africa ed è molto bello condividere con lui questa grande esperienza di vita. Importante ricordare che ogni giorno può diventare una piccola missione se si presta ascolto, attenzione e cura a chi ci è accanto.
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