Termini Imerese: crolla la chiesa della Madonna della neve

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Una delle tre Immacolate che si venerano a Termini Imerese ha come titolo quello di “Madonna della Neve”.

E’ un titolo molto antico che, secondo tradizione, è legato a un episodio della vita di Papa Liberio, cui era apparsa in sogno la Madonna che chiedeva Le venisse edificata una chiesa nel luogo che Lei stessa avrebbe indicato. Era il 5 agosto del 358; e a Roma, in quel giorno di piena estate, il colle Esquilino fu ricoperto da una abbondante nevicata.

Quello fu considerato il segno tangibile, e li venne eretta la basilica di Santa Maria Maggiore; fatto che a sua volta generò il culto per “Nostra Signora della Neve”. Questo culto è presente anche a Termini Imerese; città dove, sin dal XVIII secolo, esisteva una chiesetta dedicata proprio alla Madonna della Neve. Era molto piccola, e si trovava nella parte mediana della città adagiata su uno sperone roccioso poco sotto la antica cattedrale di San Giacomo. Li, fin dalla sua fondazione avvenuta ad opera dei Padri Gesuiti nel 1778, ebbe la sua originaria sede anche la omonima confraternita; detta degli scalzi.

E’ ipotizzabile che la chiesa sia rimasta in funzione almeno fin nel 1858; anno in cui la confraternita si spostò a Termini bassa in quella di San Francesco Saverio. Fu portata via anche la piccola statua della Madonna della Neve. E a tal proposito si racconta che durante il tragitto, avvenuto tra sventolio di fazzoletti, lacrime e preghiere, più volte i portatori ebbero a bloccarsi come trattenuti da una forza invisibile; per il popolo un chiaro segno che la Madonna non volesse andare via da quel quartiere che tanto gli era stato devoto.

Non ci sono notizie certe sulle condizioni della chiesa al momento del trasferimento della confraternita stessa; ma vien da pensare che tale decisione fu dovuta proprio al fatto che essa non dovesse più essere in grado di garantire i necessari requisiti di sicurezza. E però, un documento che mi è recentemente capitato fra le mani, ci da certezza della data del suo totale abbattimento.

Tutto fu consequenziale alla lettera che vedete in foto, e che un gruppo di cittadini inviarono al Podestà del tempo, Cav. Roberto Verrone. In essa così si legge:
“…I sottoscritti abitanti in via La Neve, si permettono far presente alla S.V. quanto segue: In detta via esiste una chiesa, in parte diroccata, sia per il tempo, sia perché è un fabbricato vecchio…minaccia di un momento all’altro di cadere completamente. La strada è strettissima e molto popolata di bambini, oltre a provocare danni ai fabbricati di fronte, potrebbe fare delle vittime. Pe tanto si permettono di tenere invito alla S. V. perché voglia provvedere al più presto al dirutamento dei muri pericolanti….”

La lettera, che come si vede reca la data del 5 giugno 1931, era firmata dai signori: “Gelardi Domenico, La Rocca Teresa, Crisanti Antonina, Cannata Francesco, Arrigo Ignazio, Gentile Vincenza, Casà Angelo, Mineo Francesco, Chiarenza Carmelina.”
A quella data quindi, la chiesetta della Madonna della Neve, se pur semi diroccata, era ancora ben visibile; ma le sue precarie condizioni, e lo riportano altri documenti, dopo un sopralluogo da parte del tecnico comunale, ne consigliarono il totale abbattimento. Si concludeva così una lunga storia di religiosità popolare.

Da quella “povera” chiesa infatti, l’8 dicembre 1854, era uscita la prima processione in notturna in onore di Maria SS. Immacolata, con la piccola statua che ancora si conserva. Di certo non si è interrotta la tradizione; che grazie alla confraternita e ai tanti devoti, ancora oggi è viva e si ripete conservando immutato il suo antico fascino. E quindi stasera, ancora una volta, alle ore 18,00 tutti i fedeli si ritroveranno nella chiesa di San Francesco Saverio per assistere, anche quest’anno, alla rituale uscita da “Maronna ra notti”.


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