«Quello che andremo ad applicare – spiega Salvatore Caltagirone in qualità di commissario straordinario dell’ente Parco delle Madonie – è un modello di economia sostenibile che permetterà l’utilizzo di un prodotto locale costituito da carni garantite con un elevato livello di sicurezza igienico-sanitaria, favorendo allo stesso tempo lo sviluppo del settore gastronomico dell’area protetta. L’incremento nella disponibilità di carne di selvaggina potrà così rendere le comunità maggiormente resilienti agli squilibri ambientali derivanti dal sovrannumero di ungulati selvatici e fornire un contributo allo sviluppo della filiera locale anche attraverso la promozione dei prodotti nei mercati locali per aumentare la competitività dei produttori di carne di cinghiale e derivati».
Le attività di controllo e di contenimento della fauna selvatica sono state svolte in collaborazione con l’Ispettorato ripartimentale Foreste, l’Istituto zooprofilattico sperimentale, il dipartimento regionale dello Sviluppo Rurale, il dipartimento per le attività sanitarie e l’osservatorio epidemiologico Servizio 10 Sanità Veterinaria.
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