Fino ad allora i morti venivano seppelliti in piccoli spazi ricavati all’interno di alcune chiese e conventi della città.
In verità si era costruito un cimitero provvisorio nel 1837 ma con il solo scopo di inumare, fuori dall’abitato, le quasi duemila vittime morte a causa del colera. Già qualche anno dopo, ovvero nel 1839, il nostro comune, senza comunque riuscirci, aveva provato a dotarsi di un camposanto; individuando un’area nella contrada di Bevuto.
Adesso però, con l’esproprio dei terreni occorrenti, si dava finalmente corso all’iter burocratico per la costruzione del nuovo camposanto di Giancaniglia.
L’atto relativo porta la data del 25 maggio 1868 e da questo si rilevano anche i nomi di tutti coloro a cui, con trattativa amichevole, venne chiesto di vendere al comune le terre.
Il documento di cui sopra dice:
“…Ritenuto l’assenso delle parti e poichè per essa non può farsi luogo alla lunga procedura d’esproprio da evitarsi nell’interesse che ha questo Comune di compiersi tant’osto il nuovo camposanto ad unanimità di voti DELIBERA: E’ facultato il sindaco ad acquistare all’amichevole a nome del comune di Termini Imerese i terreni (occorrenti) all’impianto del cimitero nella campagna denominata Giancaniglia da parte dei signori: Agostino Rinella, Giuseppe Rinella, Agostino Piazza, Salvatore Lo Presti, Salvatore Ventimiglia, Paolo Frazzata e compagni, Vincenzo Rinella Gullo, Eredi di Don Giuseppe Giuffrè, Francesco Inzerra, Agostino Capuano, Agostino Bondì, Liborio Longo, Vincenzo La Seta…”
Lo spazio in cui sorge, quindi, l’attuale cimitero comunale, era anticamente coltivato e dava lavoro e sostentamento ad alcune famiglie della nostra città. Gli atti relativi, ed i lavori di costruzione, incominciati qualche tempo dopo e con alcune varianti in corso d’opera, furono inizialmente affidati all‘ing. Giacomo Leone.