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Secondo il Vice di Federalberghi Palermo «in Sicilia abbiamo l’80% dei comuni che ha vocazione turistica ma soltanto il 5% vive di economia turistica. Abbiamo attorno a noi, nel Mediterraneo, destinazioni come le isole spagnole, le isole greche, l’isola di Malta che hanno creato un’economia reale realizzando le condizioni per sviluppare molte più presenze nell’arco dell’anno, partendo da una fiscalità competitiva, vedi l’insularità applicata già dalla fine degli anni ‘90, realizzando per la maggior parte con fondi europei infrastrutture e servizi all’avanguardia». «Il turista – osserva poi – va cercato a casa sua, va stimolato e convinto a venire, ma bisogna essere competitivi affinché lo stesso divenga il miglior veicolo pubblicitario purché i servizi funzionino. Affinché questo processo di riqualificazione si avveri serve il convincimento di tutti gli attori compreso il pubblico. Inoltre, subiamo una burocrazia che non ha eguali nelle destinazioni dei nostri competitor. Come sempre la strada è in salita ma contiamo che se anche in ritardo rispetto ad altri, la stessa è tracciata».
Sulla posizione dell’Isola nel quadro nazionale, in termini di presenze turistiche, Francesco Randone afferma: «La Sicilia è posizionata stabilmente negli ultimi anni alla nona posizione, con oltre 15 milioni di presenze ufficiali. Purtroppo, se si pensa che la prima regione, il Veneto, ne sviluppa 75 milioni, il Trentino Alto-Adige e la Toscana oltre 45 milioni, siamo lontani anche da destinazioni non italiane nostre vicine. Inoltre, questo fa si che la percentuale di occupazione dei posti letto regionali nell’arco dell’anno non superi la media del 27% di occupazioni, con tutto ciò che ne consegue».
Nella foto, Francesco Randone, Vice Presidente Federalberghi Palermo
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