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Numeri impressionanti, da influencer, basta cercare su Google “Gruppi di mamme” su Facebook e si ottengono oltre 400mila risultati, stessa cosa per WhatsApp.
Ovviamente lo strumento potrebbe essere anche utile se fosse usato con la giusta misura. L’ondata è partita quando la necessità di comunicare era fondamentale per annullare il senso di isolamento in tutti noi ovvero durante la pandemia del Covid-19.
Ma adesso continua ad essere usato sempre di più, diventato la valvola di sfogo per qualsiasi pensiero bello o brutto che sia, agevolato dal fatto che l’interlocutore è lontano da chi scrive.
Assistiamo quindi ad un annullamento delle delle gerarchie e dei ruoli, una grave mancanza di rispetto, che rende i “gruppi delle mamme”, cavalieri forti e coraggiosi che si scagliano a protezione dei poveri figli, torturati da docenti “malvagi”…
In realtà non si fa altro che danneggiare i piccoli studenti, il senso di protezione e lo scudo che i genitori applicano su questi bambini, li rende incapaci di affrontare le più piccole avversità e quindi non saranno mai pronti ad affrontare la vita sociale autonomamente.
Analizziamo per esempio, è uso che non appena gli alunni escono da scuola parte la guerra dei compiti per casa, con scambi di informazioni, pagine, suggerimenti ed altro.
Questa consuetudine ha fatto perdere ai giovani studenti il senso di responsabilità, necessario sia a segnare tutti i compiti in modo preciso e meticoloso, nonché la responsabilità necessaria a svolgere i compiti al meglio per non arrivare impreparati alla lezione successiva.
Solitamente la tecnologia dovrebbe aiutare e semplificare la nostra vita, ma come ogni strumento, il suo uso improprio puo nuocere noi stessi e chi ci sta attorno.
Forse in questo dovremmo fare un passo indietro, lasciando sbagliare i piccoli, perché solo sbagliando s’impara, in modo tale da scontrarsi con piccole difficoltà e non crescere con un senso di protezione che di certo non li abituerà ad affrontare le difficoltà della vita reale.
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