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Marisa Leo era responsabile marketing e comunicazione nel settore vitinicolo per un’azienda siciliana Colomba bianca. Lascia una piccola bimba.
Domenico Venuti, sindaco di Salemi, paese di orgine di Marisa, ha affermato: “La nostra comunità è sconvolta da quanto accaduto. Non ci sono parole per descrivere il dolore per una tragedia assurda e inaccettabile. Esprimo il cordoglio e la vicinanza alla famiglia a nome mio, dell’amministrazione e di tutta la città di Salemi. Ci stringiamo ai familiari nel ricordo di una ragazza solare che amava la vita. Il giorno dei funerali sarà lutto cittadino a Salemi”.
CISL: “SIAMO ALL’EMERGENZA SERVE FARE FRONTE COMUNE”
“Siamo davvero in stato di emergenza, la violenza contro le donne fra le mura domestiche e fuori, sembra dilagare in modo sconvolgente nelle nostre città, bisogna costruire un fronte unico contro questi fenomeni, creare politiche adeguate che consentano alle vittime di uscire dall’incubo, sostenere di più i centri antiviolenza, che spesso si sostituiscono alle istituzioni nell’affiancamento in questo percorso di liberazione e serve fare una seria prevenzione attraverso centri di recupero e riabilitazione che agiscano sugli uomini”.
Ad affermarlo sono Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani e Delia Altavilla Responsabile coordinamento Donne Cisl Palermo Trapani, che intervengono così dopo aver appreso dell’ennesimo caso di femminicidio e suicidio, stavolta avvenuto nel trapanese tra Marsala e Mazara.
“Siamo vicini alle famiglia dell’ennesima vittima. Tra i gravissimi fatti di violenza emersi a Palermo, che confermano che spesso il male si nasconde proprio fra le mura domestiche e quelli che hanno confermato quanto fra i giovani dilaghi troppi la prevaricazione e l’abuso senza il minino ritegno, appare chiaro che il tema del contrasto alla violenza deve diventare priorità delle istituzioni, del mondo sociale, delle scuole dove si forma buona parte della coscienza delle future generazioni”.
La Piana e Altavilla concludono “servono i centri di ascolto, servizi adeguati, politiche formative e di integrazione reali che intercettino i bisogni e non continuino a proporre percorsi preconfezionati e che davvero mirino a fare prevenzione, a fare educazione sentimentale ponendo come prioritario il rispetto dell’altro, perché questo clima ha man mano fatto perdere il valore delle relazioni tra le persone. Le vittime quindi spesso sono considerate alla stessa stregua di oggetti. Bisogna fare di più per tutelare le vittime che hanno bisogno di una società pronta a ‘salvarle’”.
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