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Era un caldo pomeriggio d’estate e nel tratto di mare nei pressi della chiesetta della Madonna della Catena, in tanti prendevano il sole e facevano il bagno. Il luogo era considerato non del tutto affidabile soprattutto per chi non era particolarmente esperto del nuoto; ma anche quel giorno in tanti erano li a fare il bagno e tra questi anche un giovane contadino di soli diciannove anni, tale Liotta Salvatore figlio di Filippo. Questi, nonostante non sapesse nuotare entra in acqua camminando.
E’ un attimo; un passo in più ed eccolo, gridando atterrito, sprofondare all’improvviso. Il ragazzo annaspa, cerca disperatamente di riguadagnare la riva ma inutilmente; è come se una forza invisibile lo stesse tirando irrimediabilmente giù. La battigia si anima; grida, confusione, preghiere ed invocazioni alla vicina Madonna della Catena. Ed ecco all’improvviso materializzarsi due “angeli”. Sono due giovani facchini termitani; uno si chiamava Carmelo Geraci di Mariano e l’altro Bisesi Francesco di Giuseppe che, senza esitare, si tuffano ancora vestiti in soccorso del malcapitato.
Lo raggiungono; lo acciuffano prima che tracolli totalmente sotto le acque, ed iniziano il difficile tentativo di salvataggio. Il giovane Salvatore, in preda alla disperazione, si agita, si dimena scompostamente, appigliandosi ai due soccorritori che rischiano a loro volta di annegare.
La tensione è palpabile come pure l’angoscia e lo sconforto; la tragedia sembra imminente. All’improvviso, spuntando non si sa come e non si sa da dove, tra le acque calme di un mare liscio come l’olio, un’onda delicata li solleva facendoli riemergere e sospingendoli dolcemente sulla riva. I tre si adagiano sfiniti sull’arenile tra gli applausi ed il soddisfatto sbigottimento dei presenti. In tanti gridano al miracolo; attribuendolo alla mano benevola della Madonna della Catena che li, a pochi metri, aveva voluto far sentire la propria amorevole presenza.
Quello che vi ho raccontato è il fatto per come l’ho ripescato nel polveroso cassetto della memoria e tramandato a voce dagli anziani della nostra città. Ma il documento che ne comprova l’effettivo accadimento è una delibera della Giunta Comunale di Termini Imerese con la quale, a seguito delle testimonianze raccolte, proprio il 17 luglio dell’anno 1882 veniva attribuito ai due soccorritori ovvero a Geraci Carmelo ed a Bisesi Francesco, un attestato di merito per il loro coraggio e la loro abnegazione messa al servizio del prossimo con grande altruismo e sprezzo del pericolo.
Per il resto, miracolo o meno, lascio a voi il giudizio. (Nell’immagine un antico santino che si distribuiva negli anni 50/60 in occasione della festa).
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