Quella che vedete in foto è la facciata del nuovo stabilimento termale di Termini Imerese; o meglio di quello che avrebbe dovuto essere il vero Grand Hotel.
Per fortuna l’iter burocratico si bloccò a causa di forti dissidi con il progettista; differentemente, invece del bellissimo palazzo poi disegnato da Damiani Almejda, oggi ci saremmo ritrovati con questo grande casermone. Ma vediamo i fatti. Siamo nella seconda metà dell’ottocento, precisamente nel 1866; e il comune di Termini Imerese, visto lo stato precario in cui versavano i nostri bagni termali, aveva deciso che era il momento di costruire una nuova struttura alberghiera per meglio accogliere quanti venivano in città per le cure o per semplice turismo.
Ben presto però ci si rese conto che realizzare di sana pianta un nuovo stabilimento, sarebbe costato troppo; e le finanze allora disponibili, non sarebbero di certo bastate. Si pensò così di ristrutturare il vecchio palazzo, ampliandolo con l’aggiunta di nuovi corpi di fabbrica.
Il progetto venne affidato all’ingegnere Giacomo Leoni che, giusto in quegli anni, si trovava a Termini per dirigere i lavori del nuovo cimitero di Giancaniglia. Ma dissidi di natura economica, sorti con lo stesso proprio a riguardo del cimitero, fecero nascere fra le parti liti e rinvii. A seguito di ciò fu presa la decisione di restituire al Leoni, rimuovendolo dall’incarico, anche il progetto da lui realizzato per il nuovo grande albergo; e questo senza però riconoscergli il giusto indennizzo per il lavoro svolto.
Inizia a questo punto anche un controversia giudiziaria tra le parti, con il Leoni che vince le prime due cause e con il Comune di Termini Imerese che viene condannato a risarcire la non indifferente cifra di lire 14.490 oltre gli interessi. Gli amministratori, su parere dell’avvocato, a questo punto ricorrono in Cassazione; ma le cose, come era prevedibile, andarono ugualmente male, e il nostro Comune fu costretto a soccombere. Insomma, per le nostre “povere” terme, anche 150 anni fa, una storia molto simile a quella recente. L’unica nota positiva, fu il fatto che quel progetto non andò in porto; e così qualche anno dopo, trovati i fondi, e se pur tra mille difficoltà, si diede inizio ai lavori del nuovo ed attuale Grand Hotel.
E permettetemi di dire che la città ne guadagnò sicuramente. Non occorre infatti essere degli esperti per capire come, rispetto al progetto del Leoni, l’attuale stabilimento risulti molto più armonioso. Quello che c’è da augurarsi e che la struttura, oggi purtroppo chiusa, possa presto ritornare a funzionare; innescando così un meccanismo di turismo termale che sicuramente tornerebbe utile alla economia e alla immagine stessa di Termini Imerese.
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