Sagra nocciole a Polizzi Generosa: il successo della 66° edizione, la voglia di fare contro ogni polemica con Domenico Dolce

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Polizzi Generosa il successo di una sagra ed un amore che si attesta

Polizzi, un continuare, un’entusiasmarsi, un raccontare le origini e rappresentarle. Un calarsi nella quotidianità e nella storia locale, scoprirle, esserne rapiti.

Ogni anno, un’attesa. Non aspettare il momento, viverlo, parteciparlo con gioia, entusiasmo, e un cuore aperto in un contributo attivo, in un esserci, perché Polizzi ha sempre abbracciato la sua magica realtà anche con gesti simbolici: indossando un fazzoletto rosso al collo, un costume tradizionale, portando con sé uno strumento in mano calandosi nella parte.

È una rappresentazione, è vero, ma è già questo un contributo che nell’insieme, fa davvero il suo grande effetto che si nota e si apprezza. Non si possono, infatti, non notare i dettagli soffermandosi in particolare sugli occhi accesi della gente, su quella voglia di fare e di offrire a chi viene , in quell’ omaggio, nel regalare una piccola parte delle proprie tradizioni che diventano così quasi di dominio pubblico.

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Polizzi è accoglienza, generosità e gioia in molte sue manifestazioni. Abbiamo visto anche sabato 12 agosto con l’evento di Polizzi food night , dove la gente ha accolto tanti nei vicoli e offerto momenti di convivialità. Uno spettacolo che davvero non si vede tutti i giorni e un donare, un donarsi.

È un bel modo di presentarsi, di far vedere una bella realtà di Polizzi. Ed è bello poter constatare il coinvolgimento, la condivisione. Per la sagra delle nocciole ogni anno c’è così tanta affluenza, è questa già la vera risposta.
Si è riusciti ancora una volta nell’intento di meravigliare, di restituire al paesaggio le rappresentazioni del passato di farne un bene comune, di creare fermento per una festa che pur essendo caratterizzante di un luogo, è diventata di tutti, capace infatti di raccogliere persone provenienti da ogni dove nonostante la concomitanza di altre feste in più paesi. Questa è la Polizzi che piace.
Polizzi da anni è la scelta, la preferenza di tanti .

Colori di Sicilia, immagini, luci e profumi di una terra che ha saputo dare più significati la storia, alla propria, lodando l’essenzialità.

Polizzi accoglie, ed esprime questo tipo di identità collettiva che si attesta.
È questa una delle prime immagini che si scorgono ,che subito si vanno ad evidenziare, di cui non si resta indifferenti.

Sono quei momenti che creano più contenuti e danno un senso di contentezza in quel senso di appartenenza attraverso le tante scene di immagini che partono dalle strade alle piazze e fanno sì che ci possa essere gioia e contentezza non parzialmente contenute ma realmente assaporate, di cui se ne annusano più fragranze varcando non solo il paese ma addentrandosi nei vari angoli pieni di dettagli.
E la si respira quell’aria, in quelle preparazioni dove si comprende l’impegno e il lavoro che c’è dietro . Un insieme che colpisce, che crea sempre più curiosità, interesse voglia di esserci, di partecipare anche in chi è di fuori. Non è dir poco. È già una riuscita. È un aver fatto qualcosa di grande.
Forse è questa la cosa che davvero va evidenziata e soprattutto la più importante il coinvolgere, il condividere.
Un collaborare continuo per una riuscita così visibile ma la realtà di Polizzi è in tutti i giorni dell’anno, nel quotidiano e non solo in un giorno di festa ma nella fatica del mandare avanti con operosità un’ intera giornata, un intero anno, e questo va nel personale.
Molto spesso questo va al di là di ciò che non è visibile e non sempre attestabile nell’ infaticabile lavoro delle idee, delle intelligenze spese, ma soprattutto, nella costanza e nel sacrificio di chi è rimasto, di chi, sempre, con perseveranza, ha provato, prova, tutti i giorni, a dare luce alla propria giornata, e a non rappresentare l’amore per un luogo solo in una sola manifestazione, quello è il valore folklorico che si manifesta più visibile in quell’ grande amore delle tradizioni di appartenenza e del rappresentarle di cui si ah pure bisogno, ma “l’amore vero” di un luogo va più volte lodato ogni giorno in quei valori onesti che non sono banali o così scontati del vivere e nel mettere insieme più parti di sé a disposizione degli altri spendendosi per un’intera comunità, mettendo il proprio singolo lavoro, la propria mente, in un unico tessuto sociale, in un intero contesto a servizio di tutti in una sinergia comune. È quel piccolo ricamo dove ognuno ” mette in opera il suo punto d’ intreccio “.

Ci sono ancora in corso diverse polemiche dopo il discorso tenuto da Domenico Dolce qualche giorno fa ha creato scontentezza, tristezza, delusione pdf non sentirsi capiti, ma il tutto va esaminato davvero ogni giorno nel piccolo addentrandosi in quel quotidiano e nell’andare avanti nonostante le difficoltà incontrate.

E questa è un’attenzione che parte da vicino entrando in ogni casa, in ogni famiglia, in ogni vissuto di ogni singola persona che a Polizzi e non solo, ha speso e spende tutto ciò che ha per il suo luogo natio.

Questa è la vera realtà comune ai Madoniti, quelli che si alzano presto, che mettono insieme tutta la loro forza e il resistere, il loro impegnarsi credendo in qualcosa di grande che si attacca alle proprie radici.
Ma anche a chi è andato via vive ciò, tutto questo in ogni sua parte perché se si è andati lontano la propria casa, lontano dal proprio abitato , dalle persone care, lo si è fatto per creare una maggiore dignità, per migliorarsi, per dare valore a tutto ciò che si è appreso, alla cultura che si è ottenuta con tanto sacrificio ringraziando il sacrificio della propria famiglia che ha permesso di scrivere una pagina nuova al primo domani.
Non sempre le condizioni e le possibilità proprie e territoriali consentono un grande successo visibile e manifestabile in forme pubbliche ma il più grande successo è quello che resta il più delle volte in silenzio, quello che si ottiene dentro le proprie mura, quello coscienzioso che non ha bisogno di grandi elogi o meriti, o che venga lodato di continuo, che non va dimostrato a nessuno poiché è visibile nella sua parte essenziale di realtà, in chi conosce, in quel sacrificio che crea già le sue grandi condizioni di continuità e perseveranza di una società attiva che si alza ogni mattina e che dà un senso alla propria vita.

Si deve scoprire e conoscere da dentro ogni singolarità e non soffermarsi sul generico, sul globale, sull’apparenza .
Da sempre, questo è l’errore di ogni uomo: il soffermarsi a ogni strato subliminale di ciò che è visibile solo in parte, che fa parte solo di una propria congettura, il giudicare secondo la propria prospettiva senza spostarsi dall’altra parte, il guardare in superficie che non sa andare oltre senza molta sensibilità ed attenzione, e che non  sa scavare oltre un muro invisibile.
Se si ama” una famiglia, “la si ama” per intero anche in ogni suo difetto. Si ama ogni suo componente, lo si ama completamente ma, soprattutto, singolarmente in ogni sua eccezione sia positiva che negativa ed in ogni intero vissuto.

Polizzi e le Madonie vanno amate, vanno supportate, vanno accese e di entusiasmo e di affetto nel loro potenziale, vanno accresciute, incoraggiate.
È solo di questo che si ha realmente bisogno, di quella attenzione, “di quel tendere una mano amica”, del sentirsi uniti e di credere insieme di costruire contribuendo ad un lavoro costante di risalita. E nel piccolo, le amministrazioni locali cercano in tutti i modi di prestare attenzione, di dare lustro, di ascoltare le richieste di ogni appello, di ogni necessità di cui il cittadino ha bisogno, cercando di garantire servizi, di accogliere più richieste, ma ovviamente ci sono dei limiti che vanno compresi, è il lavoro anche se non sempre  viene visto, realmente c’è e va compreso così come si deve comprendere che come in questo caso di polemica, che anche in tutto ciò che non sempre si vede dietro, c’è tutte le volte tanto lavoro, impegno, ed una splendida realtà cerca il suo rispetto, la sua tollerabilità, la sua piccola considerata, al fine di poter essere migliorata, ma soprattutto apprezzata.
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